Il Global Risk Report del Forum economico mondiale mette in luce una serie di aspetti critici e problemi
GINEVRA - «Per 15 anni il World Forum ha avvertito il mondo sui pericoli delle pandemie. Nel 2020, abbiamo visto che cosa significa farsi cogliere impreparati e ignorare i rischi di lungo termine. La pandemia di Covid-19 non solo si è presa milioni di vite, ma ha anche ampliato disparità già esistenti da molto tempo in termini di accesso alla sanità, economiche e digitali».
Lo scrive il Forum economico mondiale (WEF) nel suo Global Risk Report, pubblicato oggi in vista del summit in videoconferenza "Davos Agenda" dal 25 al 29 gennaio.
«Miliardi di operatori sanitari, lavoratori e studenti, specialmente minoranze già svantaggiate prima della pandemia, rischiano ora di mancare il loro percorso verso una società più equa» - avverte il rapporto del WEF - e «questi sviluppi potrebbero ostacolare ulteriormente la cooperazione globale necessaria per affrontare le sfide di lungo termine come il peggioramento delle condizioni ambientali».
L'impatto della pandemia si ripercuote anche in termini di digitalizzazione, esasperando un processo già in atto: «Il divario fra chi ha e chi non ha rischia di ampliarsi - avverte il Forum - e mettere a rischio la coesione sociale. Questo riguarderà i giovani su scala mondiale, perché questa fascia di età affronta la sua seconda crisi in una generazione e potrebbe perdere completamente le opportunità del prossimo decennio».
«I nostri dati più recenti - si afferma - indicano che l'impatto immediato del Covid-19 sulla disparità e frammentazione sociale nei prossimi 3-5 anni minaccerà l'economia, e nei prossimi 5-10 anni la stabilità geopolitica».
A dominare gli scenari di rischio per il prossimo decennio, in termini di probabilità e impatto, secondo il Global Risk Report sono comunque i rischi ambientali, dagli eventi climatici estremi, primo rischio per probabilità, seguito all'incapacità di affrontare il cambiamento climatico: «Le fratture sociali, l'incertezza e l'ansia renderanno più difficile raggiungere il coordinamento necessario per affrontare il continuo degrado del pianeta».