Sarà fondamentale la posizione del Movimento 5 Stelle
ROMA - Non si vede ancora una fine alla crisi di governo italiana: dopo due giorni di consultazioni ancora non si è materializzata né una maggioranza, né un nome. Il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella attende ora la delegazione del Movimento 5 Stelle (M5S), che rimane la prima forza parlamentare di questa legislatura.
Sarà centrale, per il capo dello Stato italiano, capire la posizione del Movimento - che salirà domani pomeriggio al Colle - nei confronti del leader di Italia Viva (Iv) Matteo Renzi. In ogni caso è ancora troppo presto per tirare le somme di una situazione che resta complicatissima e che fa riemergere lo spettro dello scioglimento delle Camere.
Renzi, salito questo pomeriggio al Quirinale, ha detto no all'ipotesi di un incarico immediato a Giuseppe Conte per formare subito un nuovo governo, ma d'altro canto non ha posto un veto sul nome del premier dimissionario. Il leader di Iv ha poi ribadito al Presidente della Repubblica la sua intenzione di partire dai contenuti, prima che dai nomi, aprendo a un mandato esplorativo di una personalità diversa da Conte per verificare se M5s e Partito democratico (Pd) vogliono ancora una maggioranza con Italia Viva.
«Siamo pronti a impegnarci - ha detto Renzi - se è una maggioranza e se politica, non se raccogliticcia e populista». È invece più chiara la posizione del Pd: al termine dell'incontro con Mattarella, il segretario Nicola Zingaretti ha riaffermato «la disponibilità a sostenere un incarico al presidente Conte che anche nell'ultimo voto di fiducia si è rivelato punto di sintesi ed equilibrio avanzato».
Il Quirinale, in sostanza, ha ben chiaro che prima bisogna ancora trovare una maggioranza e solo con la consultazione di venerdì con il M5S si avrà questa certezza. Determinante quindi l'apertura dei Cinque stelle a Renzi, dato che ovviamente il Colle non considera sufficienti i numeri trovati da Conte al momento delle dimissioni, cioè senza i parlamentari renziani. L'attesa poi sarà tutta per le scelte di Mattarella, che potrebbe decidere di affidare l'incarico esplorativo ad una personalità terza, istituzionale.