Le mutazioni identificate del coronavirus sono circa 4000
LONDRA - Sono grossomodo 4000 le varianti del coronavirus individuate in tutto il mondo dall'inizio della pandemia di Covid-19, che come tutte le infezioni virali tende a mutare col tempo.
Lo ha sottolineato oggi a SkyNews il ministro britannico Nadhim Zahawi, messo nei mesi scorsi dal premier Boris Johnson a capo di un team governativo ad hoc per il coordinamento della campagna vaccinale nazionale, precisando tuttavia che secondo gli esperti solo alcune di esse appaiono al momento preoccupanti per il potenziale di diffusione: a cominciare da quella cosiddetta inglese, da quella "sudafricana", da quella "brasiliana" e da una identificata di recente in California.
Zahawi ha sottolineato peraltro come il Regno Unito sia leader al mondo nella capacità di «sequenziare il genoma» per tracciare le mutazioni del virus, con il controllo di circa «il 50%» del settore a livello globale. E s'è detto quindi fiducioso che il Paese possa se non altro tenere sotto controllo la minaccia: tanto più poiché tutti e tre i produttori di vaccini anti Covid già autorizzati sull'isola (BioNTech/Pfizer, Oxford/AstraZeneca e Moderna) hanno avviato ricerche per aggiornare i rispettivi prototipi nei prossimi mesi in modo da tararli in modo specifico sulle varianti emergenti più pericolose.
AstraZeneca e Oxford, in particolare, hanno annunciato proprio ieri l'inizio del progetto di ricerca. Il "nuovo" vaccino dovrebbe essere pronto entro il prossimo autunno.