Una mutazione già osservata nei ceppi "sudafricano" e "brasiliano" è stata rilevata in alcuni casi di variante inglese
Si tratta della mutazione E484K, che però non dovrebbe permettere al virus di sfuggire all'azione dei vaccini.
OXFORD - I virus si replicano e mutano. Le varianti di SARS-CoV-2 identificate sono, fino a ora, circa 4000 e destinate ad aumentare con la circolazione del coronavirus. E come accaduto alla forma originale del virus, anche le sue mutazioni possono subire ulteriori cambiamenti, come nel caso della cosiddetta variante inglese.
In un dossier del "Public Health England", aggiornato agli inizi di febbraio, è stata segnalata la presenza della mutazione E484K della proteina spike in alcuni dei virus appartenenti al ceppo britannico. E si tratta della stessa mutazione rilevata nella variante "sudafricana" (VOC 202012/02 B1.351) e in quella "brasiliana" (VOC 202101/02 P1).
La variante inglese "modificata" è stata rilevata solamente in una manciata di casi - e si tratta di una mutazione che non dovrebbe permettere al virus di sfuggire ai vaccini -, ma una certa preoccupazione da parte degli esperti rimane, considerata la presunta capacità di alcune varianti (in primis quella brasiliana) di riuscire ad aggirare le difese anticorpali derivanti da una prima infezione.
«Osservata speciale», anche in Ticino
Il principale problema legato alle tre principali varianti monitorate, almeno per il momento, è però legato alla loro maggiore trasmissibilità. La presenza di quella inglese in Svizzera, nonostante l'importante calo del numero dei casi quotidiani nelle ultime settimane, si è rafforzata. E anche in Ticino la sua presenza è in aumento, come spiegato venerdì scorso dal Medico cantonale, Giorgio Merlani.
La mutazione è «arrivata in una fase in cui eravamo in discesa», con i primi casi rilevati nel mese di dicembre. «Al momento abbiamo 195 casi di variante inglese in Ticino», ha detto Merlani, sottolineando che questi «rappresentano tra il 10% e il 25% dei casi totali e la tendenza è in aumento».