La diplomazia del vaccino è un punto fermo per il governo cinese
L'obiettivo di Pechino era quello di somministrare 50 milioni di dosi ai propri cittadini entro venerdì scorso. Si è arrivato poco sopra quota 40 milioni.
PECHINO - L'obiettivo dichiarato era quota 50 milioni di dosi di vaccino somministrate entro lo scorso 12 febbraio, giorno del capodanno lunare cinese. Obiettivo però non raggiunto da Pechino, che si è fermata di poco sopra i 40 milioni. E la bilancia allo stato attuale dice che la Cina ha così (finora) destinato più dosi all'esportazione che non ai suoi cittadini.
Le cifre, riportate dal South China Morning Post, parlano di circa 46 milioni di dosi di vaccino - tra fiale pronte all'uso e principi attivi per la produzione "in loco" dei preparati - destinate alla cosiddetta diplomazia del vaccino; una strada che il governo di Pechino sembra voler perseguire con una certa risolutezza.
Un regalo allo Zimbabwe
Ieri, lo Zimbabwe ha ricevuto in donazione una fornitura di 200mila dosi di vaccino Sinopharm dalla Cina. E l'arrivo di altre 600mila dosi (acquistate) è previsto per l'inizio di marzo, scrive l'agenzia Reuters. Il paese africano, ha detto il ministro delle Finanze Mthuli Ncube, ha opzionato dalla Cina circa 1,8 milioni di dosi e sta contrattando anche con la Russia per il suo vaccino Sputnik V.
Tre cinesi su cento
In numeri complessivi, la Cina è seconda solo agli Stati Uniti - che hanno da poco superato la soglia dei 50 milioni - in termini di vaccini somministrati. Se però si ragiona in termini proporzionali, nel paese americano si contano oltre 15 vaccinati ogni 100 persone. In Cina invece meno di tre.