È stata annunciata oggi la nascita dell'incubatore HERA.
È previsto anche l'avvio di una rete di sperimentazione clinica, che coinvolgerà anche la Svizzera.
BRUXELLES - Le varianti del coronavirus inquietano l'Europa, così la Commissione europea ha deciso che è il momento di agire.
Un incubatore anti-Covid - Il nuovo piano europeo di preparazione alla bio-difesa contro le varianti del Sars-CoV-2 è chiamato "HERA Incubator" e prevede la cooperazione tra ricercatori, aziende biotecnologiche, produttori e autorità pubbliche (nell'Ue e nel resto del mondo) per rilevare nuove varianti, fornire incentivi per sviluppare vaccini nuovi (e adattati al cambiamento delle esigenze), velocizzare il processo di approvazione di questi preparati e garantire il potenziamento delle capacità di produzione.
HERA fungerà anche da modello «per la preparazione a lungo termine dell'UE alle emergenze sanitarie», si legge nel comunicato stampa diffuso da Bruxelles.
I commenti - La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha dichiarato: «La nostra priorità è garantire che tutti gli europei abbiano accesso a vaccini Covid-19 sicuri ed efficaci il prima possibile. Allo stesso tempo, nuove varianti del virus stanno emergendo rapidamente e dobbiamo adattare la nostra risposta ancora più velocemente. Per stare al passo con i tempi, lanciamo oggi l'incubatore HERA. Riunisce scienza, industria e autorità pubbliche e raccoglie tutte le risorse disponibili per consentirci di rispondere a questa sfida».
Stella Kyriakides, commissario per la salute e la sicurezza alimentare, ha aggiunto: «L'Europa è determinata a stare al passo con la minaccia di nuove varianti di coronavirus. L'incubatore HERA è un esercizio di lungimiranza, anticipazione e risposta unitaria. Possiamo affrontare la duplice sfida di affrontare nuove varianti e aumentare la nostra capacità di produzione di vaccini. Costruirà ponti tra la ricerca, l'industria e le autorità di regolamentazione per accelerare i processi, a partire dal rilevamento delle varianti fino all'approvazione e alla produzione dei vaccini».
Cosa prevede HERA - L'incubatore HERA prevede in sostanza tre azioni chiave: rilevare, analizzare e valutare le varianti del virus presenti in Europa; accelerare l'approvazione normativa dei vaccini adattati; aumentarne la produzione. Nella primissima fase ci si concentrerà sullo sviluppo di test specializzati per nuove varianti e sul sostegno al sequenziamento genomico negli Stati membri, con finanziamenti Ue di almeno 75 milioni di euro. Altri 150 milioni saranno investiti nel rafforzamento della ricerca e dello scambio di dati sulle varianti, anche con l'avvio della rete di sperimentazione clinica VACCELERATE COVID-19, che riunisce 16 Stati membri dell'UE e cinque paesi associati (tra cui Svizzera e Israele), «per scambiare dati e includere progressivamente anche bambini e giovani adulti come partecipanti alle sperimentazioni cliniche».
L'approvazione accelerata dei sieri, poi, richiede l'adattamento del quadro normativo ma anche la compilazione di una guida sui requisiti dei dati per gli sviluppatori da parte dell'Agenzia europea per i medicinali, «in modo che i requisiti per le varianti siano noti in anticipo».
Un'Autorità che resterà anche dopo la fine della pandemia - Le azioni annunciate oggi, concludono da Bruxelles, andranno di pari passo con la cooperazione globale tramite l'Organizzazione mondiale della sanità e le iniziative globali sui vaccini. HERA è destinata a rimanere come Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, così da avere anche in futuro una struttura permanente per la modellazione del rischio, la sorveglianza globale, i trasferimenti di tecnologia, la capacità di produzione, la mappatura del rischio della catena di approvvigionamento, la capacità di produzione flessibile e la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci.