L'area colpita dal mix terremoto-tsunami-radiazioni mostra ancora evidenti cicatrici.
TOKYO - Oggi è il decimo anniversario della tragedia di Fukushima, una delle peggiori avvenute sulla Terra nel decennio scorso.
Il terremoto - L'11 marzo 2011, alle 14.46 ora locale (le 6.46 in Svizzera), la costa orientale del Giappone fu colpita da una scossa di terremoto di magnitudo 9.0, la più forte mai registrata nella storia di un Paese abituato a eventi anche disastrosi. Quel giorno il sisma fu talmente forte da spostare leggermente la Terra dal suo asse.
Lo tsunami - La prima conseguenza catastrofica fu il maremoto che investì l'isola di Honshu, distruggendo intere città e provocando la morte di oltre 18mila persone. La popolazione dell'area costiera ebbe un margine di soli dieci minuti per mettersi in salvo. La città più importante a essere colpita fu Sendai.
Il disastro nucleare - La seconda conseguenza fu l'allagamento della centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi, circa 220 chilometri a nord-est della capitale Tokyo. I sistemi di rilevamento sismico spensero automaticamente i reattori, ma un'onda alta più di 14 metri travolse le barriere protettive e provocò lo spegnimento dei generatori diesel d'emergenza che garantivano il raffreddamento del nucleo dei reattori. I tecnici dell'impianto si misero immediatamente al lavoro ma non poterono evitare, nei giorni successivi, il parziale scioglimento dei nuclei a causa del surriscaldamento di tre reattori. Varie esplosioni danneggiarono gravemente gli impianti, causando inoltre il ferimento di 16 lavoratori.
La fuoriuscita di radiazioni dall'impianto, nell'Oceano Pacifico e nelle aree circostanti, costrinse le autorità a evacuare un perimetro sempre più grande di territorio. Oltre 150mila persone furono strappate dalle proprie abitazioni e dal luogo di lavoro per il pericolo di contaminazione, mentre gli effetti combinati di terremoto, tsunami e incidente nucleare hanno toccato circa mezzo milione di cittadini. Si calcola che decine di pazienti ospedalieri e anziani ricoverati nelle case di cura siano deceduti, come conseguenza del loro trasferimento dalla zona a rischio.
Se le conseguenze sulla salute sono molto più lievi di quanto temuto inizialmente, resta il fatto che molte località restano disabitate e che migliaia di cittadini non sono ritornati a quella che chiamavano casa. Molti non si fidano delle rassicurazioni degli scienziati e del governo. Fece scalpore, nel 2018, l'annuncio del risarcimento alla famiglia di un lavoratore morto a causa dell'eccessiva esposizione alle radiazioni.
Le responsabilità - L'indagine indipendente portata avanti dal governo giapponese ha indicato che quello di Fukushima è «un disastro profondamente provocato dall'uomo». La colpa è ricaduta sulla società che gestiva l'impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco). Tuttavia, due anni fa tre ex dirigenti sono stati scagionati dall'accusa di negligenza, mettendo di fatto fine all'unico procedimento penale aperto dopo l'incidente. Sempre nel 2019 un tribunale ha stabilito la responsabilità parziale del governo (già ammessa, a onor del vero, nel 2012 dal primo ministro Yoshihiko Noda) e ha stabilito il diritto degli sfollati a ottenere un risarcimento.
La commemorazione - L'anniversario della catastrofe di dieci anni fa è stato commemorato con un minuto di silenzio e preghiere da parte della popolazione giapponese. L'imperatore Naruhito, parlando nel corso della cerimonia che ha avuto luogo al Teatro nazionale a Tokyo, ha parlato del «ricordo indimenticabile della tragedia» che persiste a distanza di un decennio.
Naruhito ha osservato come «molti di coloro che sono stati colpiti, nonostante abbiano subito danni inimmaginabilmente enormi, abbiano superato numerose difficoltà aiutandosi a vicenda». Il primo ministro Yoshihide Suga ha aggiunto che le difficoltà affrontate dai sopravvissuti sono state aggravate dalla pandemia di coronavirus e dalla recente, forte scossa di terremoto che ha colpito l'area. Ma il Giappone ha sempre «superato ogni crisi con coraggio e speranza».
La protesta anti-nucleare - A qualche migliaio di chilometri di distanza, in Corea del Sud, un gruppo ambientalista ha colto la ricorrenza del disastro nucleare per inscenare una manifestazione anti-atomica. «Ricordando Fukushima» è lo slogan scelto per l'occasione.