Un annuncio (finto) di un concerto open-air in un parco di Bruxelles ha attratto centinaia di persone
La polizia, che è dovuta intervenire per disperdere la folla, ha aperto un'indagine sull'accaduto
BRUXELLES - Circa 2'000 persone si sono recate ieri nel parco Bois de la Cambre di Bruxelles per assistere a un festival... che però non c'era.
Infatti, come comunicano i media locali, si è trattato di un pesce d'aprile premeditato già da tempo: l'annuncio (finto) di un concerto con una sfilza di Dj famosi era stato annunciato già a marzo su Facebook.
Visto l'enorme assembramento illegale in sfida alle misure anti-coronavirus del Belgio, la polizia si è recata in loco per disperdere la folla. Per allontanare i partecipanti, gli agenti hanno dovuto ricorrere a gas lacrimogeni e cannoni ad acqua, in quanto sono stati accolti da grida, insulti e dal lancio di oggetti al loro arrivo.
A quanto riferisce l'agenzia di stampa Reuters, il bilancio della giornata decisamente movimentata è stato di quattro arresti e di oltre 34 feriti (26 dei quali poliziotti).
In ogni caso, almeno per alcuni dei partecipanti era chiaro che il festival fosse una bufala: il comune di Bruxelles aveva già detto in anticipo di non aver autorizzato nessun raduno e annunciato che avrebbe mandato la polizia sul posto per evitare assembramenti. Ciò non ha frenato i partecipanti, molti dei quali ha dichiarato che la loro presenza rappresentava un'azione di protesta contro le restrizioni imposte dal governo.
Un'indagine è stata aperta per scoprire chi c'è dietro l'organizzazione del finto festival sui social media.
Attenzione al bis
A quanto emerge, migliaia di persone si sarebbero di nuovo date appuntamento stasera dalle 18 per una «festa del diritto a riunirsi». Lo riporta l'agenzia Keystone-ATS, spiegando che è un'iniziativa del collettivo "L'Abime", che ha già raccolto 5mila adesioni.
«È un bisogno vitale. Non vogliamo mettere in discussione la strategia sanitaria, anche se la nostra opinione diverge dalle decisioni prese dai nostri governi, ma rivendichiamo il nostro diritto di incontrarci tra cittadini informati e liberi. È uno dei pilastri della nostra Costituzione, delle nostre libertà fondamentali, della nostra umanità», si legge nel post degli organizzatori su Facebook.