Uno studio ha analizzato la sindrome che può sopraggiungere nei bambini dopo l'infezione da coronavirus
La condizione, però, «non deve essere motivo d'allarme»: i trattamenti funzionano
WASHINGTON - I bambini e adolescenti colpiti dal Covid e completamente asintomatici (e quindi magari ignari di essere stati infettati), possono comunque sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica (chiamata Mis-C o PIMS) nelle settimane successive al contagio, anzi, ne sono più propensi.
È quanto emerge dal più grande studio a riguardo condotto finora negli Stati Uniti e pubblicato sul portale Jama, nel quale i ricercatori dei Centri di Controllo e Prevenzione (CDC) statunitensi hanno analizzato le cartelle cliniche di oltre 1'700 bambini colpiti dalla sindrome e ricoverati tra il marzo del 2020 e il gennaio del 2021.
Si tratta, lo ricordiamo, della malattia che si è presentata in alcuni giovani e bambini dopo l'infezione da Covid, e che inizialmente si pensava fosse la sindrome di Kawasaki. Con il passare del tempo, e l'avanzare degli studi, si è confermata però l'ipotesi che si trattasse della sindrome "Mis-C", una rara infiammazione che colpisce diversi organi.
«Non allarmarsi»
Secondo lo studio, la maggior parte dei casi deriva in seguito ad un'infezione da Covid-19 «asintomatica o lieve», dopo che il sistema immunitario ha prodotto il massimo livello di anticorpi contro il coronavirus, anche se non è ancora chiaro cosa scateni questa risposta.
Secondo gli specialisti, comunque, questa condizione non deve essere motivo d'allarme per le famiglie, in quanto gli ospedali sono attrezzati per affrontare l'emergenza e tutti i pazienti ricoverati hanno reagito bene alle terapie somministrate.
In ogni caso, come per molte altre malattie, è fondamentale riconoscere i sintomi. Tra questi la febbre elevata, spesso associata a dolori addominali, macchie sulla pelle, o sintomi gastrointestinali come vomito, nausea, e diarrea.
Problemi cardiaci
La ricerca statunitense ha anche confermato che la sindrome colpisce diversi organi (nel 90% dei pazienti sono stati coinvolti almeno quattro organi), e in particolare il cuore (toccato nel 60% dei casi, tra abbassamento della pressione sanguigna, disfunzioni cardiache, e choc cardiaci).
Inoltre, gli scienziati hanno spiegato che il 58% dei pazienti è stato ricoverato in terapia intensiva, e che, in percentuale, chi non ha manifestato sintomi del Covid-19 ha poi mostrato più frequentemente dei problemi cardiaci.
Per quanto concerne il campione analizzato, il 58% erano maschi, l'86% aveva meno di quindici anni, ed è interessante notare che i bambini sotto i cinque anni hanno manifestato meno frequentemente delle gravi disfunzioni cardiache, che invece sono aumentate dai 10 anni in poi.