È "Conto alla rovescia": in gioco c'è la possibile estinzione. Le principali indiziate? Alcune plastiche.
NEW YORK - La possibile estinzione della razza umana non è un argomento da relegare ai libri di fantascienza. Ne parlano, con molta serietà, studiosi, medici e scienziati, allarmati dalla correlazione esistente tra noi abitanti del pianeta Terra e la drammatica situazione ambientale in cui essa si trova. Il nostro organismo è attaccato quotidianamente da agenti inquinanti che ne stanno modificando la struttura e che rischiano, nel giro di poco tempo, di portare la razza umana all’ estinzione.
Un conto alla rovescia - Della questione se ne è occupata la dottoressa Shanna Swan, professoressa di medicina ambientale e salute pubblica alla Mount Sinai School of Medicine di New York, nel suo libro intitolato ‘Count Down’, ossia conto alla rovescia. Il libro prende spunto da uno studio clinico condotto dalla stessa Swan, in cui è stato evidenziato come, dal 1973 al 2011, il numero degli spermatozoi negli uomini occidentali sia diminuito del 59%.
Un dato eclatante se si considera che, attualmente, il maschio medio ha circa 41,1 milioni di spermatozoi per millimetro rispetto agli uomini delle generazioni precedenti che ne avevano oltre 99 milioni. Come scrive la Swan nel suo libro: «Se guardiamo la curva sul numero di spermatozoi e la proiettiamo in avanti, anche se è rischioso, raggiungerà lo zero nel 2045, il che significa che l’uomo medio non avrebbe sostanzialmente spermatozoi vitali».
Ciò comporterebbe che la maggior parte delle coppie avrebbe bisogno di ricorrere alla fecondazione assistita per procreare. La diminuzione degli spermatozoi è poi messa in correlazione, nello studio della Swan, con l’aumento delle disfunzioni erettili e la diminuzione dei livelli di testosterone. A riguardo, sono stati condotti diversi studi che hanno evidenziato un calo del 15% dei livelli di testosterone tra un uomo adulto del 2002 rispetto a uno del 1987.
Meno fertili fin da giovani - Uno studio simile condotto nel 2020 ha evidenziato lo stesso problema nei giovani adulti e negli adolescenti. Sempre più uomini, secondo la Swan, sono costretti a ricorrere a terapie sostitutive del testosterone ma ciò comporta una ulteriore riduzione del numero di spermatozoi: «Il 90% degli uomini può avere un numero di spermatozoi che scende a zero nel corso della terapia» afferma la Swan e il discorso non è molto diverso con riguardo all’aumento della disfunzione erettile.
La dottoressa afferma, infatti, che gli uomini cerchino aiuto per tale problematica in media 7 anni prima rispetto a quanto accadeva una quindicina di anni fa, e il 26% degli uomini interessati avrebbe meno di 40 anni. Anomalie simili sono state evidenziate anche negli animali: alligatori, lontre e visoni nascono con peni sempre più piccoli mentre molti pesci e specie di rane e tartarughe nascono con organi sessuali sia maschili che femminili.
Negli orsi polari, poi, il livello di testosterone ha valori di molto inferiore al normale. Ciò che si prospetta è uno scenario quasi apocalittico dove gli esseri viventi, uomini e animali, hanno sempre maggiori difficoltà a perpetuare la propria specie.
La plastica, ancora una volta - I principali indiziati di tutto ciò sono gli ftalati, una classe d'interferenti endocrini che imitano gli ormoni del corpo. In pratica, tali sostanze, possono indurre il corpo a credere di aver abbastanza scorta di un determinato ormone e che non ci sia bisogno di produrne degli altri.
Gli ftalati sono sostanze chimiche sintetiche che vengono utilizzati per rendere la plastica più flessibile e difficile da rompere. In diversi studi clinici condotti negli ultimi 20 anni, si è dimostrato chiaramente come tali sostanze alterino gli ormoni maschili, come il testosterone, è causino difetti genitali alla nascita nei neonati maschi.
La situazione appare in tutta la sua gravità se si considera che tutti noi siamo esposti a tali sostanze attraverso gli oggetti in plastica che ci circondano ma anche attraverso il cibo, vista l’abbondanza di plastica morbida che si utilizza nelle fasi di lavorazione e confezionamento dei prodotti alimentari.
L’assunzione involontaria di ftalati ha conseguenze dannose per gli uomini, con riduzione del livello del testosterone e del numero di spermatozoi, e per le donne, che dimostrano di avere minor libido e casi più frequenti di aborti spontanei. Altro nemico della nostra fertilità è il bisfenolo A, BPA, usato nel processo di produzione della plastica per indurirne la struttura.
Tale sostanza è stata rilevata nelle ricevute dei registratori di cassa e nei contenitori di cibo in scatola. Il bisfenolo imita gli estrogeni e quindi è particolarmente dannoso per le donne ma può influenzare negativamente anche il sistema riproduttivo degli uomini, in quanto determina una diminuzione della qualità dello sperma, una riduzione della libido e un aumento della disfunzione erettile. Altre sostanze chimiche particolarmente dannose per la fertilità sono alcuni pesticidi come l’atrazina, utilizzata per impedire la crescita di erbe infestanti nel mais, e i ritardanti di fiamma, presenti in molti materassi e mobili che contengono la gommapiuma.
Una minaccia quotidiana - Le cause di un aumento preoccupante dei casi di infertilità sono, quindi, da ricondursi alle sostanze chimiche che assumiamo quotidianamente. In molti casi invece, come affermato dalla Swan, le cause vengono ricondotte a un diverso stile di vita rispetto al passato che ha portato, per esempio, a gravidanze vissute sempre più in tarda età.
Nello studio condotto dalla Swan, però, emergenza con chiarezza come un numero crescente di giovani coppie affrontassero con maggiore frequenza dei problemi legati alla infertilità rispetto a coppie più mature. Questo a testimonianza del fatto che fattori contingenti come l’età sono meno determinanti rispetto alla dannosità degli agenti inquinanti.
«Non sto dicendo - ha affermato Shanna Swan - che altri fattori non siano coinvolti. Ma sto dicendo che le sostanze chimiche svolgono un ruolo importante». Anche uno studio pubblicato nel 2016 sul Reproductive Toxicology Journal, riconduceva alla presenza di sostanze chimiche presenti in coloranti, imballaggi per fast food, moquette e altri articoli per la casa alla riduzione della qualità dello sperma e alle dimensioni di pene e testicoli.
Parte già prima di nascere - La gran parte dell’esposizione alle sostanze chimiche dannose avviene nell’utero materno nel momento in cui le cellule si stanno formando. Tale fenomeno però continua, poi, per l’intero arco della nostra esistenza, dall’infanzia all’età adulta: «C’è una natura cumulativa in questo-dice la Swan-e possiamo trasmettere tali effetti. Il modo più semplice è l’esposizione diretta. Un feto in utero sta crescendo le uova che utilizzerà per avere i propri figli. Queste sostanze chimiche possono raggiungere anche le cellule germinali».
Che i danni prodotti dalle sostanze chimiche alle nostre cellule siano trasmissibile è stato provato da un complesso studio portato avanti, qualche anno fa, dalla dottoressa Patricia Hunt, genetista presso la Washington State University. Lo studio ha osservato i danni prodotti dalle sostanze chimiche, quali l’atrazina, sul sistema riproduttivo dei topi. I cuccioli di tali animali, esposti a sostanze chimiche dannose, producevano da adulti meno sperma.
Tale caratteristica è stata poi trasmessa alla prole e, dopo tre generazioni di esposizione, un quinto dei topi è risultato sterile. L’ennesima dimostrazione di quanto il nostro organismo sia influenzabile dagli agenti esterni in totale connessione con la Natura minacciata anch’essa da pesticidi e plastiche inquinanti.
Come ci salveremo? - La necessità sempre più pressante è, quindi, quella di cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane e il proprio stile di vita limitando l’utilizzo di prodotti in plastica, consumando prodotti biologici che non utilizzano pesticidi o agenti chimici e acquistare prodotti etichettati come ‘privi di parabeni’ e ftalati.
Sarebbe inoltre importante non far uso di detergenti domestici tossici, limitare il consumo di carni elaborate e i latticini troppo ricchi di grassi oltre a condurre una vita meno sedentaria e stressante. Il monito della Swan suona molto chiaro: «Non possiamo più permetterci di comportarci come se fosse tutto al solito. È giunto il momento per noi di smettere di giocare alla roulette russa con le nostre capacità riproduttive».