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ITALIAForchettoni? «Non mi sono opposto, temevo di perdere il lavoro»

03.06.21 - 10:35
Le testimonianze dei dipendenti della Funivia del Mottarone, che sono stati ascoltati dagli inquirenti
keystone-sda.ch (TINO ROMANO)
Forchettoni? «Non mi sono opposto, temevo di perdere il lavoro»
Le testimonianze dei dipendenti della Funivia del Mottarone, che sono stati ascoltati dagli inquirenti
Tra perplessità e paure, lo scenario è tutt'altro che gratificante

VERBANIA - «Lo sapevamo tutti che non era normale viaggiare con i forchettoni montati... ma io temevo di perdere il lavoro se avessi detto no».

È quanto ha dichiarato agli investigatori uno dei dipendenti della funivia del Mottarone. Gli interrogatori agli addetti della funivia (macchinisti, bigliettai e vetturini, ...) resi pubblici dal Corriere della Sera, hanno mostrato un quadro surreale di ciò che avveniva, tra dubbi e insicurezze, nella vita di tutti i giorni a Stresa. Ciò che ha poi portato all'evento più tragico, ancora impresso nella mente di tutti.

Il giro di prova... con le persone

Sebbene Gabriele Tadini - il capo servizio ora ai domiciliari - sia al centro della maggior parte delle accuse, qualche critica viene mossa anche al titolare, Luigi Nerini. Una delle situazioni più controverse riguarda il giro di prova mattutino, che andrebbe fatto per testare l'impianto prima che la gente ci salga.

Tuttavia, l'operatore Pietro Tarizzo ha raccontato che - sebbene non sia la normalità - capita che venga deciso di far salire i turisti sulla funivia già durante il giro di prova. Un'eventualità che ha avuto luogo anche il giorno della tragedia, «sono salito con 12 persone per la corsa di prova», ammette, «Perché Nerini ci ha detto “il gruppo sale con voi”». Un ordine diretto da un superiore a cui Tarizzo non se l'è mai sentita di ribattere.

Quel giorno, quindi, lo stesso dipendente e altre persone a bordo hanno rischiato la vita in un giro di prova.

«Prima che si rompa una fune ce ne vuole»

Si è invece già a lungo discusso dei forchettoni, ma i dipendenti ne erano a conoscenza? Secondo gli interrogatori, qualcuno sì, qualcuno no. Alcuni erano poi coscienti dei rischi, altri meno. La macchinista Stefania Bazzaro, ad esempio, ha detto che li ha tolti diverse volte (conoscendo il pericolo) e ha ribadito che era Tadini a ordinarne l'applicazione anche quando a bordo c'erano i passeggeri.

La testimonianza più forte arriva dall'agente di stazione Fabrizio Coppi, che ha risposto ad un timido «credo di no» alla domanda se la cabina potesse percorrere i suoi viaggi anche con i forchettoni, o ceppi, inseriti. «Ricordo di aver chiesto chiarimenti a Tadini, e mi disse "prima che si rompa una traente ce ne vuole"», e «"stai tranquillo, non succede niente"». Però, qualche problema è poi emerso, e gli è già successo di dover calare delle persone da una cabina bloccata.

I timori di perdere il lavoro

Insomma, nonostante dubbi e insicurezze legate a diverse attività, i dipendenti non sono mai andati contro a Tadini o Nerini. La motivazione principale, come ha riassunto Pietro Tarizzo, è stata quella di perdere il lavoro: «Io sono stagionale e temevo di perdere il posto».

Timori che però, non facendo emergere determinati problemi, hanno protratto nel tempo una situazione di rischio, che è infine costata la vita a 14 persone.

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COMMENTI
 

F/A-19 3 anni fa su tio
Com’è per il ponte Morandi di Genova, in galera non ci andrà nessuno.

Ro 3 anni fa su tio
Con una frase simile si dovrebbe vaporizzare. Vergogna

Genchi 67 3 anni fa su tio
Sono tutti dei delinquenti e sono d’accordo con Gus,diamogli un buono vacanze almeno potranno godersi la famiglia.Dici che non bisogna nemmeno sprecare i soldati pubblici per un processo ma subito buttarli in galera a vita ,anche se io sarei molto più duro,non dico cosa è meglio

Gus 3 anni fa su tio
Ovvio che non fosse solo Tadini a sapere. E che dire della giudice che ha preso la geniale decisione?

Heinz 3 anni fa su tio
Risposta a Gus
Il giudice non li ha assolti, sono indagati a piede libero. Si va in galera dopo un processo,anche in Svizzera è cosi.

joe69 3 anni fa su tio
Risposta a Gus
Certo... meglio rischiare di far pedere la vita ad altri (com'è poi successo... putroppo) e poi giocare allo scarica barile rimpallandosi le responsabilità .. sperando di farla franca... ma una coscienza con la quale fare i conti ce l'hanno questi individui??? Il più pulito ha la rogna....

Tato50 3 anni fa su tio
Risposta a Heinz
Il Giudice può decidere se confermare il fermo o meno. Lo scopo di non lasciarli liberi era quello che non potessero parlare tra di loro e arrivare poi con una "tesi" preparata a tavolino. La "rossa" GIP ha deciso di lasciarli andare perché hanno dichiarato che "non potevano permettersi perdite finanziarie " ; poi se ne hanno ammazzato 14 questo non conta. Pare che tra la Procuratrice e la GIP ci sia stato uno scambio di idee piuttosto vivace tanto da far intervenire dei funzionari onde evitare il peggio. Poi che si va in galera dopo un Processo succede solo quando il reato non è andato in prescrizione. Questa è la velocità della Giustizia in alcuni paesi e in certi casi ci metto anche il nostro !!

mastermi 3 anni fa su tio
Risposta a Tato50
A prescindere che io li avrei tenuti in carcere perche' hanno ammesso la questioni forchettoni etc, una curiosita'.....ma perche' dici gip " rosso" ? la conosci ? poi, solo per tua info, da gennaio 2020 in Italia e' stata levata ( secondo me ingiustamente ) la prescrizione
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