Le dichiarazioni dell'attivista Roman Protasevich, in una surreale intervista tv. Gli alleati: «Non sono parole sue»
MINSK - Un voltafaccia completo, quello di Roman Protasevich che durante una surreale intervista alla televisione bielorussa non solo ha ammesso le sue colpe e le sue critiche «eccessive», ma ha anche lodato Lukashenko definendolo «un uomo con le pa**e di ferro» per il quale ha «rispetto assoluto».
Protasevich, lo ricordiamo, era stato arrestato dopo il dirottamento militare di un volo Ryanair che volava sullo spazio aereo russo. Una mossa che aveva indignato il mondo intero e aveva portato a sanzioni e appelli per la liberazione del blogger e attivista avverso al regime, da molti definito dittatoriale, di Aleksandr Lukashenko.
Durante il lungo programma, il 28enne ha parlato dell'«ormai inutile» movimento di proteste «che dobbiamo abbandonare» e che è probabilmente sostenuto «dalla Polonia e dalla Lituania» (una tesi, questa, che il Governo sostiene da tempo).
Secondo molti si tratta di dichiarazioni imposte dall'alto, e con l'uso della forza. Non si contano i post sui social che fanno notare i segni sulle mani e sul viso di Protasevich. «Non sono parole sue», confermano colleghi e sostenitori che parlano di tortura.
Già nella sua precedente confessione video, secondo chi lo conosceva, il suo volto appariva deformato, verosimilmente dalle botte ricevute.