Secondo Pechino, i politici di USA e altri Paesi «fanno accuse irragionevoli contro la Cina»
«Il loro scopo politico è chiaro», denuncia un portavoce del gigante asiatico
PECHINO - Ritorna a difendersi la Cina, dopo la nuova stoccata sulle origini del coronavirus, che - come già annunciato alla vigilia del summit - questa volta arriva dal G7, dove i potenti del mondo si sono accodati alla posizione dell'amministrazione Biden, perché sia fatta chiarezza.
Una nuova indagine sull'origine della pandemia di Covid-19? «Basta accuse irragionevoli contro la Cina», «è una questione scientifica» e la Cina «ha sempre mantenuto un atteggiamento aperto e trasparente e ha assunto un ruolo guida nella cooperazione sulla sua tracciabilità con l'Oms».
Se Pechino ha sempre dimostrato posizioni ben più forti e caustiche, sconfinanti anche a tratti nelle fake news, questa volta la replica - da parte dell'ambasciata cinese a Londra - è almeno inizialmente più conciliante, decidendo però di glissare sull'eventualità di una seconda indagine.
«Il gruppo di esperti Cina-Oms ha condotto ricerche in modo indipendente, scrivendo rapporti indipendenti, seguendo le procedure dell'Oms e adottando metodi scientifici».
L'attuale epidemia, si legge ancora nella lunga dichiarazione in cinese postata sul sito dell'ambasciata a Londra, «sta ancora imperversando in tutto il mondo e il lavoro di tracciabilità dovrebbe essere svolto dalla collaborazione di scienziati di tutto il mondo e non dovrebbe essere politicizzato».
«Tipiche manipolazioni politiche»
Verso il finale, però, la nota alza un po' i toni - tornando a farsi più combattiva, e ricalcando a tratti un risposta già data nelle scorse settimane agli Stati Uniti: ovvero la motivazione politica, e la non-scientificità delle accuse.
Questi Paesi, scrive l'Ambasciata, «ignorano i fatti e la scienza, mettono in discussione e negano apertamente le conclusioni del rapporto del gruppo di esperti congiunto e fanno accuse irragionevoli contro la Cina, deviando completamente dallo spirito della scienza. I Paesi rilevanti usano persino le agenzie di intelligence per rintracciare la fonte e il suo scopo politico è chiaro».
Il coronavirus, lo ricordiamo, è emerso per la prima volta in Cina alla fine del 2019 e l'Oms ha inviato un team di esperti internazionali a gennaio per sondarne le origini: il loro rapporto, la cui pubblicazione è stata a lungo ritardata, non è giunto a conclusioni definitive e da allora l'indagine ha subito molte critiche per la mancanza di trasparenza e di accesso ai dati.