Da Brescia è partito un mandato d'arresto nei confronti di uno dei due turisti
BRESCIA - L'ultima parola ora spetta ai giudici del Tribunale di Monaco di Baviera. Chiamati a decidere sul mandato d'arresto che la Procura di Brescia ha emesso nei confronti di uno dei due tedeschi 52enni che sabato 19 giugno erano sul motoscafo Riva al largo di Portese, sulla sponda bresciana del Lago di Garda, e che ha travolto un piccolo gozzo uccidendo i due occupanti: un 37enne e una 25enne.
Il giudice per le indagini preliminari di Brescia ha già accolto la richiesta nei confronti del 52enne che non è il proprietario del motoscafo ma che, per sua stessa ammissione, era ai comandi dell'imbarcazione al momento del tremendo scontro. Ora che i due tedeschi sono rientrati in patria deve essere il Tribunale tedesco a dare il via libero all'estradizione e all'arresto. La Procura guidata da Francesco Prete ha chiesto il carcere, sostenendo che sussistano il rischio di reiterazione del reato e il pericolo di fuga.
«I giudici di Monaco convalidino il mandato d'arresto europeo firmato dalla Procura di Brescia», dicono gli avvocati delle famiglie delle vittime dell'incidente. «È la risposta efficace ad un comportamento dei due tedeschi che dall'inizio alla fine non è stato improntato al senso di responsabilità e correttezza».
«Ieri ai funerali della ragazza c'era una sensazione di mancanza di tutela. Oggi con questa notizia della mossa della procura la sensazione è venuta meno. I genitori dicono di essere contenti per questa svolta della giustizia anche se non si danno pace per il comportamento dei due che non si sono fermati».
Il turista tedesco e l'amico, lo ricordiamo, sono entrambi indagati per omicidio colposo e omissione di soccorso.