Il Covid ha rialzato la testa in Russia, ma le vaccinazioni vanno a rilento. Solo il 17% ha ricevuto almeno una dose
MOSCA - Solo un paio di mesi fa, la Russia celebrava le gesta del vaccino Sputnik. A fare da grande "spot" pubblicitario era stata la Repubblica di San Marino. La Serenissima, grazie al siero di produzione russa, si era dichiarata di fatto fuori dall'emergenza, riaprendo i suoi confini ai turisti. Un invito aperto anche a quelli intenzionati a farsi immunizzare dal Covid tra una passeggiata alla Porta di San Francesco e una gita alla Rocca. Quello stesso vaccino però non si sta rivelando profeta in patria.
In Russia lo Sputnik V non è praticamente mai salito in orbita. Nel Paese solamente il 17% della popolazione ha ricevuto almeno la prima dose di un vaccino per il Covid. Una percentuale che - stando ai dati raccolti da Our World In Data - scende a poco più del 12% se si conta invece la quota di persone che hanno completato la vaccinazione.
E così la Russia, che per prima l'estate scorsa aveva annunciato in pompa magna l'omologazione del primo vaccino contro il Covid-19 - avviando poi la campagna vaccinale agli inizi del dicembre 2020 -, si trova nella condizione di non riuscire a vaccinare i propri cittadini. Né con lo Sputnik, né con gli altri preparati omologati nel Paese. Il motivo? La grande diffidenza, che unita ai proclami di sconfitta della pandemia, all'abolizione delle restrizioni e al vigore della variante Delta del virus, più contagiosa rispetto ai precedenti ceppi di SARS-CoV-2, ha fatto rialzare la testa alla curva dei contagi.
Il virus ha rialzato la testa
Il 4 di luglio Mosca ha annunciato oltre 25mila nuove infezioni confermate nelle 24 ore precedenti. Cifre che si avvicinano sempre più ai picchi registrati nel corso della seconda ondata, tra l'autunno e la primavera passata. La vetta che invece è già stata superata è quella dei decessi, che ha toccato la quota massima di 697 vittime legate al Covid il 3 luglio scorso. Il virus, a differenza delle vaccinazioni, corre a gran velocità in Russia, che localmente ha iniziato a implementare nuove restrizioni.
E così l'obiettivo del Cremlino, che puntava a immunizzare il 60% della popolazione russa entro la fine di agosto, sembra allontanarsi all'orizzonte. E la data, per ora, sembra difficile da pronosticare.