Fanno così mancare il quorum a una proposta di legge repubblicana: «È una norma pericolosa».
Il governatore repubblicano del Texas: «Mentre attraversano il Paese su comodi aerei privati lasciano irrisolte questioni che possono aiutare i loro distretti e il nostro Stato».
LOS ANGELES - Determinati a bloccare una legge promossa dai Repubblicani che, a loro avviso, limiterebbe il diritto di voto, almeno 51 deputati democratici del Texas hanno lasciato lo Stato su due voli charter per far mancare il quorum alla Camera. La fuga, alla volta della capitale federale Washington, si è resa necessaria perché, in Texas, una nuova norma prevede che i deputati che disertino senza un valido motivo una seduta facendo mancare il numero legale per il voto possano essere «arrestati» e ricondotti in Parlamento.
«Oggi (lunedì, ndr), noi Democratici alla Camera del Texas siamo uniti nella nostra decisione di far mancare il quorum e impedire alla legislatura controllata dai Repubblicani d'imporre leggi pericolose che calpesterebbero il diritto dei texani di votare», affermano i leader della sezione locale del partito in un comunicato citato dalla Texas Tribune. Lunedì pomeriggio, a partire su due jet a noleggio dall'aeroporto di Austin, sono stati 51 dei 67 deputati democratici della Camera del Texas. La meta: Washington DC, per portare il dibattito sulla limitazione delle modalità di voto all'attenzione nazionale.
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— TMF (@TMFtx) July 12, 2021
«La decisione dei Democratici del Texas di far mancare il quorum della legislatura del Texas e abbandonare il Campidoglio dello Stato del Texas danneggia proprio i texani che li hanno eletti», ha dichiarato il governatore repubblicano dello Stato, Greg Abbott. «Mentre attraversano il Paese su comodi aerei privati lasciano irrisolte questioni che possono aiutare i loro distretti e il nostro Stato», ha aggiunto.
La partenza dei democratici giunge all'inizio di una sessione straordinaria della Camera del Texas che avrebbe dovuto durare altri 26 giorni e che era stata indetta principalmente per approvare le nuove norme sul voto promosse dai Repubblicani. L'assenza dei Democratici fa ora mancare il quorum dei due terzi previsto dal regolamento della camera bassa del parlamento locale, composta da 150 membri, e mette di fatto la parola fine alla sessione.
Già in maggio diversi deputati democratici avevano abbandonato l'aula per far mancare il numero legale per il voto. Oltre alla possibilità di arrestare e ricondurre in Parlamento i deputati transfughi, il regolamento della Camera adottato in gennaio all'inizio dell'ultima sessione regolare prevede altresì che i parlamentari possano votare sulla possibilità di chiudere a chiave le porte dell'aula per evitare che dei colleghi possano andarsene durante una seduta.
La limitazione delle modalità di voto proposta in Texas s'inscrive nel dibattito nazionale sul diritto di voto esploso dopo le ultime elezioni presidenziali e legato alle veementi critiche al voto per posta espresse da Donald Trump. Questa modalità di voto aveva favorito la partecipazione dell'elettorato democratico o anti-Trump alla consultazione, determinando la sconfitta dell'ex presidente. Come altri Stati a guida repubblicana, il Texas intende inasprire i controlli d'identità dei votanti e ridurre le possibilità di voto anticipato e a distanza.
Le nuove norme boicottate dai democratici prevedono in particolare il divieto di organizzare seggi "drive-thru", ossia dove si possa votare restando in auto; il divieto di avere seggi aperti 24 ore al giorno; e il divieto di distribuire alla cittadinanza formulari non richiesti per l'iscrizione al voto per corrispondenza. Per la verifica dell'identità di chi vota per corrispondenza, la nuova legge dispone altresì che avvenga attraverso il numero di patente di guida o della sicurezza sociale e non più, come avviene ora, tramite verifica visiva della corrispondenza della firma. Il segretario di Stato del Texas sarà inoltre incaricato d'incrociare mensilmente le liste delle persone registrate per il voto e i dati del Dipartimento della sicurezza pubblica per individuare eventuali elettori registrati privi della cittadinanza statunitense.