Da giorni, razzie e scontri attanagliano il Paese: oltre 70 persone hanno perso la vita
JOHANNESBURG - In Sudafrica, recentemente, è scoppiato il caos: una devastante ondata di scontri, saccheggi e proteste ha infatti provocato decine di morti e di arresti, con numerose attività commerciali che sono state depredate e bruciate.
Si tratta, secondo i media internazionali, della peggiore violenza degli ultimi anni. Le immagini da diverse città, in particolare dalle regioni di KwaZulu-Natal e Gauteng, sono impressionanti: distruzione, centri commerciali in fiamme, militari con fucili in mano e persone atte a rubare e distruggere tutto ciò che gli si para davanti.
Il tutto è partito in seguito all'arresto dell'ex presidente Jacob Zuma, che ha portato a delle proteste che sono ben presto sfociate in un'esplosione di rabbia sulla disuguaglianza che persiste ancora, quasi trent'anni dopo la caduta dell'apartheid. A pesare anche la dilagante povertà, che è stata esacerbata ancor più dalle severe restrizioni sociali ed economiche volte a bloccare la diffusione del Covid. Secondo alcuni ufficiali, però, alcuni gruppi stanno «approfittando delle proteste» per commettere atti criminali.
«L'infelicità o altre circostanze personali non danno il diritto a nessuno di saccheggiare, vandalizzare o infrangere la legge», ha recentemente detto il Ministro della polizia Bheki Cele a una conferenza stampa, come riportato dall'agenzia stampa Reuters.
Ad assistere le unità di polizia locale, per contrastare e fermare le razzie, la depredazione e gli scontri, è stato schierato anche l'esercito. Ad ora, Cele ha dichiarato che 757 persone sono state arrestate.
L'amatissimo Zuma, che è accusato di avere perpetrato presunte frodi durante il suo mandato, continua comunque a gettare benzina sul fuoco sostenendo di essere vittima di una repressione politicamente motivata dal suo successore, Cyril Ramaphosa.
Nel frattempo, la situazione non sembra placarsi, con il triste bilancio dei morti (al momento, più di 70) che sembra destinato ad aumentare ancora.