L'app di tracciamento britannica sta mandando in quarantena decine di migliaia di persone. Anche vaccinate.
Solo nella settimana del 7 luglio oltre 530'000 persone hanno ricevuto la notifica sul proprio smartphone. Secondo i calcoli della BBC, entro il 16 agosto potrebbero arrivare a 4.5 milioni.
LONDRA - Un contatto (ravvicinato e prolungato) con una persona risultata positiva al Covid, la notifica che si materializza sul display dello smartphone e l'avviso di mettersi in auto-isolamento per un periodo di dieci giorni, con tanto di conto alla rovescia e data di scadenza. Così funziona l'app di tracciamento sviluppata dal National Health Service (NHS) britannico, che per contenere il caos della pandemia ne ha innescato però un altro, già ribattezzato come "pingdemia".
Ping, come quelle notifiche che l'app sta inviando ogni giorno a decine di migliaia di persone. Nella settimana del 7 luglio, l'allerta del servizio sanitario nazionale di Sua Maestà si è palesata sui telefonini di oltre 530'000 persone. Cifre che potrebbero crescere, e non di poco, se si considera che il Regno viaggia negli ultimi giorni a una media di circa 50mila nuovi casi positivi al giorno.
Notifiche, quarantene e vaccini
Il problema non è però legato al funzionamento dell'app, quanto piuttosto alla necessità di adeguarla al contesto epidemico attuale. Tornando per un attimo a una decina di giorni fa, la dottoressa Jenny Harries, numero uno della Health Security Agency britannica, aveva spiegato al Telegraph come fosse possibile «ricalibrare l'app» in modo che fosse appropriata al livello di rischio attuale. «Quando l'app entrò in azione», ha aggiunto, «il mondo non disponeva ancora dei vaccini» contro il Covid-19. E l'aspetto su cui si sta lavorando è quello di capire «come far funzionare l'app in una popolazione vaccinata». Il Regno Unito, lo ricordiamo, ha già vaccinato completamente oltre 36 milioni di abitanti (quasi il 70% della popolazione adulta).
L'applicazione dell'Nhs non tiene però conto al momento di queste cifre e quindi anche chi ha ricevuto entrambe le dosi dovrebbe - perché l'app raccomanda, non obbliga - mettersi in isolamento. E così sarà fino al prossimo 16 agosto, data che il governo di Boris Johnson ha cerchiato in rosso sul calendario e che permetterà ai cittadini immunizzati che vengono "pingati" di poter ignorare, senza sensi di colpa, la notifica. E stando ai calcoli della BBC, entro quella data il numero delle persone a cui viene chiesto d'isolarsi potrebbero superare la soglia dei 4 milioni e mezzo.
L'economia in pressing su Downing Street
Di fatto, le raccomandazioni dell'app hanno "spedito" in quarantena preventiva centinaia di lavoratori e per molte attività - si va dai pub, ai supermercati, fino alle fabbriche - questa situazione si è tradotta, nei casi peggiori, nell'obbligo di chiudere temporaneamente la propria attività per mancanza di forza lavoro.
Quasi un paradosso, se si pensa che solo due giorni fa nel Regno Unito è scattato il tanto atteso "libera tutti". E invece no, c'è chi è stato costretto a prendersi qualche giorno libero per potersi mettere in isolamento e chi è stato costretto a cancellare le vacanze da tempo pianificate. Le cifre dell'ondata "pingdemica" non hanno però suscitato perplessità solamente tra i comuni cittadini. Il freno d'emergenza tirato proprio nel momento della ripartenza preoccupa anche l'economia britannica, che in questi giorni sta facendo sentire il proprio pressing dalle parti di Downing Street.
Eccezioni a metà per alcuni settori essenziali
«La pingdemia è tra noi e le attività economiche hanno bisogno di un cambiamento urgente», ha scritto su Twitter Richard Walker, Joint Managing Director della catena di supermercati "Iceland", che conta oltre un migliaio di punti vendita in tutto il Paese. La quarantena ha "travolto" anche la catena di pub "Greene King", che ha dovuto chiudere i battenti di 33 locali durante la scorsa settimana.
Ma ci sono tanti altri settori toccati, dalla logistica, ai servizi, passando per i trasporti pubblici e la sanità. E proprio per questi ultimi, il governo britannico ha deciso di fare un passo indietro, concedendo alcune deroghe per quelle «situazioni particolari» che interessano le persone «impiegate in ruoli essenziali», che se impossibilitate a svolgere il proprio lavoro - ha spiegato il ministro delle Vaccinazioni, Nadhim Zahawi - potrebbero causare «un serio rischio» per il benessere pubblico. In altre parole, a chi esercita queste professioni e ha ricevuto (da almeno 14 giorni) entrambe le dosi di vaccino, sarà comunque permesso di lavorare. Tuttavia, ha chiarito il ministro, la deroga riguarda solo l'orario di lavoro. Nelle restanti ore della giornata dovranno infatti tornarsene anche loro in quarantena.