Nel loro organismo ci sono gli anticorpi, ma non possono ottenere il certificato Covid
ROMA - Circa un migliaio di persone si ritrovano in un autentico limbo: non possono ottenere il Green Pass, la certificazione vaccinale che dal 6 agosto sarà indispensabile per compiere svariate attività, nonostante siano state vaccinate. Come mai? Il problema sta proprio nel vaccino: quello di ReiThera.
Questione burocratica - Il preparato anti-coronavirus dell'azienda biotecnologica italiana non è infatti tra quelli riconosciuti dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), essendo ancora nella fase 2 della sperimentazione. Nonostante si stia dimostrando più che promettente (ReiThera un paio di settimane fa ha parlato di una risposta anticorpale del 93% dopo la prima dose e del 99% dopo il richiamo), l'iter verso l'omologazione è stato decisamente accidentato e costellato da problemi, specialmente economici.
I problemi della fase 1 - Ecco quindi che i partecipanti alla sperimentazione si trovano nella sgradevole posizione di non poter ricevere il Green Pass. Un problema apparentemente relativo per i 90 aderenti alla fase 1: per loro è stata la stessa ReiThera ad autorizzarli a ricevere uno dei quattro vaccini autorizzati in Italia (Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson), essendo passato un periodo di tempo sufficiente dopo le somministrazioni dello scorso autunno. Il Post riferisce però che ci sono difficoltà anche in questo caso: una 34enne vicentina si è presentata al centro vaccinale e i medici, non sapendo come comportarsi, l'hanno rimandata a casa senza iniettarle nulla. «Ho aderito alla sperimentazione perché volevo partecipare attivamente alla ricerca di una soluzione contro l’epidemia. «Adesso però non so bene cosa succederà: speriamo di avere diritto al Green Pass entro il 6 agosto».
Quelli della fase 2 - Per i poco meno di 1000 partecipanti alla fase 2, invece, la possibilità di sottoporsi a un altro vaccino non ci sono: la sperimentazione è avvenuta in primavera ed è passato troppo poco tempo. «Fino a pochi giorni fa le conseguenze erano tutto sommato sopportabili: non potevo andare in vacanza all’estero» spiega sempre a Il Post Paolo Tiramani, parlamentare leghista e volontario di ReiThera. «Se non cambierà qualcosa mi toccherà fare il tampone per fare qualsiasi cosa. Io che credo nel vaccino e che ho partecipato alla sperimentazione vengo trattato alla stregua di un no vax».
La soluzione - Ci sarebbe un modo per risolvere la questione: una circolare del ministero della Salute, che autorizzi i vaccinati con ReiThera a ottenere il Green Pass. I responsabili dei centri clinici dove è avvenuta la sperimentazione hanno sollecitato Roma a intervenire e lo stesso Tiramani ne ha parlato direttamente con i sottosegretari alla Salute Andrea Costa e Pierpaolo Sileri. «A parole, si sono detti disponibili a introdurre una sorta di sanatoria entro questa settimana. Però fino a quando non ci sarà un’autorizzazione ufficiale saremo bloccati».