L'attivista ha consegnato alla famiglia una lettera per la sua ragazza: «Non posso prometterti che uscirò presto».
IL CAIRO - In carcere in Egitto da quasi 18 mesi, l'attivista egiziano e studente di master in Italia Patrick Zaki ha lanciato un raro messaggio da dietro le sbarre. Scrivendo una lettera in arabo alla sua ragazza, il 30enne ha aggiunto un post scriptum in italiano: «Combatterò finché non tornerò a studiare a Bologna», ha assicurato, disegnando un cuore dopo il nome dell'antica città universitaria.
«So che non ci immaginavamo neanche questo scenario e che tra i sogni condivisi che abbiamo fatto prima che partissi per l'Italia e mi allontanassi da te c'era, innanzitutto, quello che tu mi facessi visita laggiù e che vedessimo insieme le città italiane», scrive Zaki alla fidanzata nella missiva. «Purtroppo non posso prometterti che ciò avverrà presto perché la situazione peggiora giorno dopo giorno», aggiunge.
Il 30enne continua poi spiegando che, per lui, sono ripresi gli interrogatori e ciò potrebbe significare un possibile processo, «presto o tardi». «Potrebbe essere peggio di quanto mi aspettassi. Dopo un anno e mezzo mi dicevo che sarei uscito quanto prima, ma ora è chiaro che ciò non accadrà presto», confessa, scusandosi con la compagna per la pazienza e la forza che ha dovuto dimostrare.
A diffondere la lettera, presa in consegna dalla famiglia di Zaki nel corso di una visita in carcere, è stata la pagina Facebook "Patrick Libero". Il movimento chiede l'immediato rilascio dell'attivista, il suo proscioglimento da tutte le accuse, un'indagine sulla sua detenzione e garanzie che né lui né la sua famiglia siano oggetto di persecuzioni in futuro. Il 30enne, che si occupa di diritti umani, è accusato, tra le altre cose, di incitamento alla protesta e diffusione di notizie false.