Dopo 16 mesi di chiusura i tifosi colombiani sono tornati allo stadio, ma l'epilogo è stato violento
Un episodio che ha spinto il sindaco a vietare nuovamente gli spettatori allo stadio: «Inaccettabile»
BOGOTÀ - Botte, scontri, lancio di oggetti e persino un'invasione di campo. Alla prima partita della massima serie colombiana che ha potuto riaccogliere il pubblico è subito scoppiato il caos.
È quanto è avvenuto ieri allo stadio El Campin, di Bogotà, dove il tanto atteso ritorno allo stadio - dopo 16 mesi di restrizioni e stadi vuoti - è coinciso con una rivolta tra i tifosi della squadra locale, il Santa Fe, e quelli dell'Atletico Nacional di Medellín, arrivati a sostenere il loro team in trasferta.
Il sindaco di Bogotà Claudia López, furente, ha subito condannato l'accaduto, reintroducendo subito il divieto d'ingresso per gli spettatori nello stadio a causa dei tafferugli. «In tanti sognano di tornare allo stadio e succede questo. È inaccettabile» ha twittato.
Diverse persone sono rimaste ferite, di cui una in modo grave, ha riportato la polizia colombiana, che ha riassunto l'accaduto. I disordini sono infatti iniziati poco prima della fine del primo tempo, quando i tifosi ospiti hanno invaso una zona in cui si trovavano i sostenitori locali. In seguito, tra scontri e lanci di sedie ed altri oggi è scoppiato il caos, inclusa un'invasione di campo.
Dopo oltre 50 minuti di ritardo, il match si è poi potuto concludere, con la compagine ospite che ha vinto 1-0.
Para esto esperaron tanto el regreso de los hinchas esta noche al Campín. Este país está demasiado enfermo…Preliminarmente se habla de 5 heridos… pic.twitter.com/tyCkNltpZ1
— Germán Arango (@germanarango1) August 4, 2021