Bruciano da giorni Sicilia, Calabria e Sardegna. Il lavoro infinito dei vigili del fuoco, nel caldo più soffocante
ROMA - Il caldo da record europeo assoluto di Floridia nel Siracusano, quei 48,8 gradi registrati mercoledì nel pieno di un pomeriggio sono un emblematico riassunto della morsa bruciante in cui – in questi giorni – è finito il Sud italia e in particolar modo le isole. Vento caldo, rovente che sale dal mare, ostacolando il lavoro dei pompieri e fomenta decine di roghi che continuano a imperversare indomati sulle isole.
Sono svariate decine gli incendi attivi fra Sicilia e Calabria, dove quelli attivi ieri erano in totale 59 con 528 interventi da parte dei vigili del fuoco. La situazione – confermano le autorità – resta grave, seppure «sotto controllo», scrivono i media italiani con le fiamme più violente in Aspromonte e in provincia di Reggio Calabria. E malgrado il volo costante dei canadair, ripieni di acqua, e gli sforzi della Forestale innumerevoli ettari di bosco e di macchia mediterranea sono finiti in cenere.
Al momento il numero delle vittime è di 4 in Calabria e 1 in Sicilia. Situazione analoga e altrettanto preoccupante in Sardegna, dove l'emergenza si protrae senza sosta ormai da tre settimane ed è una triste costante delle ultime estati. Al momento, scrive l'Unione Sarda i roghi identificati sono 44.
Particolarmente interessata è la Provincia di Nuoro – a ridosso del capoluogo e nella regione dell'Ogliastra – dove le fiamme sono tornate a minacciare l'abitato lambendo le case come già era successo a fine luglio. In quell'occasione più di 1'000 persone erano state sfollate in via precauzionale.