Si cercano sopravvissuti tra le macerie delle abitazioni rase al suolo dal sisma
Il bilancio momentaneo parla di 724 morti confermati, ma se ne temono molti di più
PORT-AU-PRINCE - Il giorno dopo il potente terremoto che ha colpito Haiti, la situazione è ancora drammatica. Tra edifici crollati, strade bloccate, e persone sotto le macerie si teme infatti un bilancio tragico, seppur minore delle 200mila vite umane perse nel 2010, sempre a causa di un sisma.
Al momento, sono stati confermati almeno 724 morti e circa 2'800 feriti. Secondo l’istituto geosismico statunitense è un caso di «allerta rossa», ciò che potrebbe significare «migliaia» di decessi. Nel frattempo, le squadre di soccorso - e non solo - continuano l'incessante ricerca di sopravvissuti sotto i detriti delle case crollate.
La protezione civile locale ha lodato i «primi interventi» effettuati dalla popolazione, da volontari, che «hanno permesso di estrarre molte persone dalle macerie». Tra i palazzi colpiti ci sono poi chiese, alberghi, ospedali e scuole, tutti gravemente danneggiati o distrutti, mentre anche le mura di una prigione sono state aperte dalle scosse violente, riporta l'agenzia Reuters.
Un Paese già in crisi
Sono diversi mesi, lo ricordiamo, che il Paese si trova in una situazione d'insicurezza, di caos politico, culminata a luglio con l'assassinio del Presidente Jovenel Moïse. Tra corruzione, lotte interne e guerriglia urbana, diverse zone dello Stato sono sotto il controllo di bande armate, ciò che potrebbe ora rappresentare un ostacolo per gli aiuti.
A tal riguardo la Repubblica Dominicana, vicina di Haiti, ha annunciato l'invio di cibo e attrezzature mediche. Poco dopo, anche altri Paesi come ad esempio gli Stati Uniti, la Spagna, il Messico, e molti paesi sudamericani hanno offerto il loro aiuto.
Anche il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha assicurato il supporto dell'ente per la situazione d'emergenza in corso.