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MondoL'Unicef: «Potenzialmente la vita di tutti i bambini verrà influenzata dai cambiamenti climatici»

20.08.21 - 15:36
Per le Nazioni Unite la situazione è «disperata», un miliardo di bambini sono già a rischio estremo
Keystone
Un mese fa in Belgio
Un mese fa in Belgio
L'Unicef: «Potenzialmente la vita di tutti i bambini verrà influenzata dai cambiamenti climatici»
Per le Nazioni Unite la situazione è «disperata», un miliardo di bambini sono già a rischio estremo

NEW YORK - Ondate di calore, alluvioni, cicloni, malattie, siccità e inquinamento dell’aria. Dall’ultimo rapporto Unicef, la direttrice esecutiva Henrietta Fore, deduce una sola cosa: «Potenzialmente la vita di tutti i bambini verrà influenzata dai cambiamenti climatici». Quasi la metà dei 2,2 miliardi di bambini al mondo si trova già a rischio estremo. Secondo le Nazioni Unite la situazione è «inimmaginabilmente disperata».

Se quasi tutti i bambini rischiano di ritrovarsi faccia a faccia con almeno una delle conseguenze della crisi climatica, almeno un miliardo di loro che vive in 33 diversi paesi dovrà affrontarne tre contemporaneamente. E si trovano in India, Nigeria e Filippine, e in gran parte dell’area subsahariana.

Il rapporto redatto dall’Unicef è il primo a combinare mappa ad alta risoluzione degli impatti climatici e ambientali con mappe che tracciano la vulnerabilità dei bambini, come la povertà, l’accesso all’acqua pulita, all’assistenza sanitaria e all’istruzione.

«I bambini sono particolarmente vulnerabili ai rischi climatici», ha affermato ancora Henrietta Foe al Guardian. «Rispetto agli adulti, i bambini richiedono più cibo e acqua per unità di peso corporeo e sono meno in grado di sopravvivere a eventi meteorologici estremi».

Il rapporto chiede l'inclusione dei giovani in tutti i negoziati e le decisioni sul clima, incluso il vertice Cop26 delle Nazioni Unite a Glasgow a novembre. «Le decisioni definiranno il loro futuro», ha affermato Fore. «I bambini e i giovani devono essere riconosciuti come i legittimi eredi di questo pianeta che tutti condividiamo».

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