Il presidente della Generalitat catalana obietta: «Una questione sanitaria, non di ordine pubblico»
BARCELLONA - La Corte Superiore di Giustizia della Catalogna (TSJC) ha nuovamente respinto la proposta della Generalitat catalana di applicare il coprifuoco a Barcellona e in altri 61 comuni con più di 20.000 abitanti. La riduzione dei contagi, secondo i magistrati, rende «inutile e sproporzionato» il provvedimento. Giovedì scorso era stata negata la proroga richiesta per 148 comuni, Barcellona, compresa.
Esistono «mezzi altrettanto efficaci» - Secondo il TSJC, «parte dei comuni con più di 20mila abitanti interessati dal coprifuoco non raggiungono l'indice» d'incidenza cumulativa nell'ultima settimana, fissato in 125 casi positivi. In merito alla questione delle interazioni sociali, trattata nella risoluzione, il TSJC ha osservato che il controllo di questo aspetto «non è una misura che deve essere autorizzata da Corti e Tribunali». Inoltre «per far rispettare le misure di distanza sociale e uso della mascherina, l'Amministrazione dispone di mezzi altrettanto efficaci e meno lesivi dei diritti fondamentali e delle libertà pubbliche» rispetto al richiesto coprifuoco. Il provvedimento resta in vigore dall'una alle 6 in soli 19 comuni catalani, spiegano i media locali.
«Una questione sanitaria, non di ordine pubblico» - Il presidente della Generalitat, Pere Aragonés, ha preso atto della decisione ma ha sottolineato che il coprifuoco «non è una questione di ordine pubblico, è una questione di salute». Le autorità catalane studieranno la risoluzione, «ma non si può chiedere al governo di avere un piano C, D se i tribunali non ci danno gli strumenti. Non possiamo sostituire il TSJC. Continueremo ad assumerci la piena responsabilità in materia di salute» ha aggiunto Aragonés. «Per noi è ancora necessario il coprifuoco per un problema di salute. Quello che non possiamo fare è assumerci le responsabilità» sulla base di quanto deciso dalla Corte. «Continueremo ad agire con il risoluzione attuale», ha concluso.