L'opera ha suscitato grande clamore dall'opinione pubblica cittadina ai social per il suo aspetto fecale
MOSCA - Ci sono l'arte in scatola e l'arte tutta da interpretare. La scultura dell'artista svizzero Urs Fischer in esposizione a Mosca ha suscitato grande clamore nei cittadini della capitale russa. C'è chi la vede come un mucchio di cacca e chi la valuta come un'opera d'arte creativa e richiesta in tutto il mondo.
Si chiama "Big Clay", è alta dodici metri ed è composta da alluminio e acciaio. Rappresenta un mucchio di grumi di argilla. Secondo la Fondazione russa per l'arte contemporanea V-A-C è un simbolo di imperfezione e trasformazione. Ma c'è chi la vede in modo diverso, come il comico Maxim Galkin che ha deriso l'opera descrivendola come «un mucchio di cacca non molto accurata» e si è augurato che sparisse presto. E dovrà aspettare perché la statua di Fischer verrà spostata tra nove mesi, continuando il suo tour che è già passato per Firenze e Manhattan.
E il mondo dei social si spacca. Il dibattito va dall'approvazione al divertimento, al rifiuto. Ma nonostante questo, a due settimane dall'installazione di "Big Clay" sulla Bolotnaya Naberezhnaya sulle rive del fiume Moscòva, continuano ad affluire nei feed foto e selfie con la statua.
Il critico d'architettura Grigori Revsin ha recentemente scritto che «la bellezza è negli occhi di chi guarda, e questo vale anche per la cacca». Anche il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin si è recentemente unito alla discussione: «il mucchio di metallo è un'opera d'arte creativa e richiesta in tutto il mondo».