I vaccinati sono solo al 20%, infezioni e decessi continuano a salire. Lo sfogo del personale sanitario
Secondo un'esperta, c'è dietro un mix di fattori: «Poca fiducia nelle istituzioni, troppe fake news e una strategia sbagliata del Governo»
VELIKO TARNOVO - «Penso che sia troppo tardi», è il commento, rassegnato, di Yordanka Minekova, infermiera a capo dell'unità di vaccinazione dell'ospedale pubblico di Veliko Tarnovo, nel nord della Bulgaria.
Infatti, la campagna di vaccinazione della Bulgaria è in gran parte - se non completamente - fallita, e rischia ora di mettere a dura prova il fragile sistema sanitario del paese. La triste realtà, ha raccontato Minekova all'agenzia di stampa AP, è che i suoi concittadini «non credono nei vaccini».
Per lei, ormai, con l'arrivo di una nuova ondata d'infezioni, e di decessi, legati alla variante Delta, «si è perso il momento giusto: non vedo un modo per risolvere la situazione».
Vaccinati? Un misero 20%
La Bulgaria ha uno dei più alti tassi di mortalità per coronavirus nell'Unione Europea. Nonostante ciò, i cittadini bulgari sono i più esitanti nel blocco a farsi vaccinare contro il Covid-19, e di gran lunga.
Secondo le ultime cifre, solo il 20% degli adulti in Bulgaria, che ha una popolazione di 7 milioni di persone, è stato finora completamente vaccinato. Un numero irrisorio confrontandolo con la media dell'Ue, stimata al 69% di cittadini vaccinati. Eppure, dall'inizio della pandemia, più di 19'000 persone in Bulgaria sono morte di Covid.
Tra coloro che non vogliono farsi vaccinare, interpellati dai media locali, ci sono persone di tutte le età, anche pensionati. «Penso di essere sano, di avere una buona immunità naturale», ha detto ad esempio un 71enne locale, che dice di informarsi «dalla TV e da Facebook». Un militare 67enne di Burgas, invece, non si fida dei vaccini poiché «fatti con troppa fretta», ed è sicuro che il suo corpo riuscirebbe a combattere da solo il coronavirus. Entrambi, però, hanno ammesso che si farebbero vaccinare se dovessero perdere importanti libertà.
Sanità, tanta frustrazione
Tra il personale infermieristico, c'è rabbia. Sibila Marinova, responsabile dell'unità di terapia intensiva di Veliko Tarnovo, ha detto che tutti e dieci i letti nel suo reparto di terapia intensiva dedicato al Covid sono occupati.
«Il 100% dei pazienti dell'unità di terapia intensiva non sono vaccinati», ha detto all'AP, aggiungendo che la carenza di personale sta solo aumentando la pressione sul personale medico.
Intanto, dall'alto, non sembrano arrivare soluzioni: il Governo sta tentando di limitare la diffusione del Covid reintroducendo restrizioni più severe. I ristoranti e i caffè devono chiudere alle 11 di sera, con massimo sei persone per tavolo. Le discoteche sono state chiuse e i cinema e i teatri sono limitati a metà della loro capacità.
Fiducia? Zero. Fake News? Tante.
Secondo la specialista in diritto della salute pubblica, Mariya Sharkova, la bassa adesione al vaccino deriva da un mix di fattori, tra cui la scarsa fiducia dei residenti nelle istituzioni ufficiali, le troppe fake news, l'instabilità politica e una debole campagna nazionale di vaccinazione.
«In Bulgaria, non c'è una buona alfabetizzazione sanitaria», ha spiegato. «Molte persone scelgono di credere alle teorie cospirative e alle fake news». Per questo, il Governo avrebbe dovuto agire meglio: «Non hanno alcuna strategia su come convincere gli indecisi», «non c'è stata una vera campagna d'informazione, ci si affida solo sugli annunci sul sito web del Ministero, ma chi li legge?».
La politica migliore, forse l'unica possibile, sono i vaccini obbligatori? «Teoricamente sì, ma ciò potrebbe rischiare di polarizzare ulteriormente la popolazione» secondo Sharkova.
La deriva verso una nuova ondata, ormai, sembra inevitabile. Lo sguardo di Maria Minekova è rivolto al basso, per una situazione che è sempre più cupa. Sullo sfondo, appesi alle pareti dell'ospedale, i disegni pro-vaccinazione realizzati e colorati dai bambini: «Voi siete i nostri supereroi».