Piace ai giovani ed è già un successo per cannabis e contro al Green Pass, resta critico però l'establishment
ROMA - È decisamente cambiato qualcosa in Italia dopo l'introduzione della possibilità di raccogliere le firme per i referendum in via digitale.
Ne dà conferma il lancio di un referendum contro l'abrogazione del Green Pass, ma anche di due altri (completati con successo) su tematiche solitamente controverse ovvero la legalizzazione della marijuana e l'eutanasia.
Ma andiamo con ordine: l'apertura al digitale, annunciata a giugno ed entrato in vigore a fine luglio, di fatto ha messo subito in secondo piano il classico banchetto posto nelle piazze, modulo e penna. A venire accettate perché si vada a referendum, oltre alle segnature fatte con l'inchiostro, anche quelle digitali certificate, attraverso diversi protocolli particolari.
Una svolta, apparentemente poco significativa, ma che in realtà è letteralmente esplosa appoggiandosi alla rete e all'attivismo via social (Instagram per i più giovani, Facebook per quelli che lo sono un po' meno) che hanno permesso a cause fortemente divisive - soprattutto se date in pasto, per così dire, ai canali mediatici tradizionali - di superare con discreto agio la soglia di sbarramento delle 500mila firme.
È il caso della legalizzazione dell'eutanasia e, in maniera ancora più meteorica, della legalizzazione della cannabis (da firmare solo in digitale e completata in pocopiù di una settimana) così come la più recente e relativa all'assai osteggiato nuovo Green Pass che dovrà consegnare le sue firme entro metà ottobre. Tutti soggetti estremamente controversi (in alcuni casi forse anche scomodi) per i quali ben pochi esponenti politici si sarebbero mossi in prima persona.
Una novità, questa delle firme digitali, forte delle nuove generazioni che vedono la politica in modo diverso e che preferiscono i canali non-tradizionali e senza intermediari. In questo senso una raccolta firme per un referendum che raggiunge il quorum totalmente via web bypassa gli schieramenti politici, mettendoli effettivamente fuori gioco.
Non è un caso, quindi, che la cosa - come altre cose nuove legate social di quest'era digitale - non piaccia a una parte importante dell'establishment. Da chi chiede un aumento delle firme (500mila sarebbero troppo poche) a chi la ritiene una novità troppo superficiale e prona agli abusi.