L'accusa ai leader della farmaceutica da parte di Amnesty International, che ha pubblicato un rapporto a riguardo
Secondo l'Ong, le aziende «stanno venendo meno alle proprie responsabilità»
LUGANO / LONDRA - Una luce in fondo al cupo tunnel della pandemia. È quanto ci hanno permesso di vedere le principali aziende produttrici dei vaccini anti Covid a livello internazionale. Contemporaneamente, però, queste stesse imprese stanno «alimentando una crisi dei diritti umani senza precedenti».
È la denuncia lanciata da Amnesty International nel suo ultimo rapporto, intitolato "A Double Dose of Inequality", in cui è stato analizzato il comportamento di AstraZeneca, BioNTech, Johnson & Johnson, Moderna, Novavax e Pfizer. Aziende che erano in parte poco conosciute, prima della pandemia, e che sono ora esplose in popolarità, e anche in guadagni.
Non è tutto oro ciò che luccica, insomma, si legge tra le righe della ricerca di Amnesty International. In particolare, l'accusa si riferisce ai rifiuti di rinunciare ai brevetti e di condividere la tecnologia dei vaccini, ma anche all'invio di poche forniture ai Paesi a basso e medio reddito. Tutto, a detta dell'organizzazione non-governativa, per i propri guadagni.
Una doppia dose di... disuguaglianza
Nonostante i miliardi di dollari in finanziamenti governativi e ordini anticipati, gli sviluppatori di vaccini «hanno monopolizzato la proprietà intellettuale, bloccato i trasferimenti di tecnologia e fatto pressioni contro misure che moltiplicherebbero la produzione globale dei vaccini» hanno spiegato gli attivisti di Amnesty nel rapporto.
«Vaccinare il mondo è l'unica via d'uscita. Dovrebbe essere il momento in cui lodare queste aziende, ma invece, a loro vergogna e con nostro dolore collettivo, il blocco intenzionale del trasferimento di conoscenze e il gioco d'azzardo a favore degli Stati ricchi ha prodotto una carenza di vaccini devastante per tanti» ha dichiarato a riguardo Pablo Cruchon, responsabile per la campagna per Amnesty International Svizzera.
«I profitti, o le vite umane?»
Su 5,76 miliardi di dosi somministrate in tutto il mondo, un misero 0,3% è andato ai paesi a basso reddito. Nonostante gli appelli a collaborare con il COVAX, lo strumento internazionale che mira a garantire un'equa distribuzione globale dei vaccini, alcune delle aziende hanno continuato a vendere a Stati che hanno già importanti riserve di vaccino.
«Questa situazione sta facendo sprofondare parti dell'America Latina, dell'Africa e dell'Asia in nuove crisi, spingendo sistemi sanitari già indeboliti al limite e causando ogni settimana decine di migliaia di morti evitabili. In molti Paesi a basso reddito nemmeno gli operatori sanitari e le persone a rischio sono vaccinati», ha spiegato Cruchon.
«Sullo sfondo di queste grossolane disuguaglianze, BioNTech, Moderna e Pfizer incasseranno complessivamente 130 miliardi di dollari entro la fine del 2022. I profitti non dovrebbero mai avere la priorità sulle vite umane» ha poi aggiunto.
100 giorni di conto alla rovescia
Amnesty International chiede quindi che vengano consegnati due miliardi di vaccini ai paesi a basso e medio reddito entro la fine dell'anno.
«Oggi mancano 100 giorni alla fine dell'anno. Chiediamo agli stati e alle aziende farmaceutiche di cambiare drasticamente rotta e di fare tutto il necessario per consegnare 2 miliardi di vaccini ai paesi a basso e medio reddito a partire da ora. Nessuno dovrebbe passare un altro anno a soffrire e a vivere nella paura», ha concluso Cruchon.
Alcuni risultati del rapporto di Amnesty International:
- Ad ora Pfizer e BioNTech hanno consegnato nove volte più vaccini alla sola Svezia che a tutti i paesi a basso reddito messi insieme - meno dell'1% della loro produzione sinora. I prezzi di vendita elevati dei vaccini fanno sì che, entro fine 2022, queste aziende incasseranno oltre 86 miliardi di dollari.
- Moderna non ha ancora consegnato una singola dose di vaccino a un paese a basso reddito, ha fornito solo il 12% dei suoi vaccini a paesi a reddito medio-basso, e non consegnerà la maggior parte dei suoi ordini per COVAX fino al 2022. I prezzi elevati permetteranno all’azienda di guadagnare più di 47 miliardi di dollari di entrate entro fine 2022.
- Johnson&Johnson ha sviluppato l'unico vaccino monodose al mondo e lo vende a prezzo di costo. Però non consegnerà la maggior parte delle dosi per le quali si è impegnata con COVAX e Unione Africana entro il 2022. L'azienda si è anche rifiutata di concedere una licenza a un produttore canadese che si è offerto di produrre milioni di dosi supplementari.
- Astrazeneca ha consegnato la maggior parte dei vaccini ai paesi a basso reddito, li vende a prezzo di costo, e ha rilasciato alcune licenze volontarie ad altri produttori. Tuttavia, ha rifiutato di condividere le proprie conoscenze e tecnologie con le iniziative dell'OMS e si è opposta alla deroga dell'accordo TRIPS.
- Novavax deve ancora essere approvato, ma attualmente prevede di fornire quasi due terzi della sua produzione per rifornire COVAX. Tuttavia, come altri, si è rifiutata di condividere conoscenze e tecnologia e si è opposta alla deroga dell’accordo TRIPS.
*Le aziende cinesi e russe non sono state valutate in quanto poco trasparenti in materia di dati e informazioni.