Fridays for Future torna in piazza con lo slogan #Sradica il sistema
STOCCOLMA - Oggi riparte la stagione degli scioperi per il clima con il primo dei Fridays for Future. Il 24 settembre è stata dichiarata una giornata di mobilitazione per richiedere una giustizia climatica che vada oltre il mero aspetto ambientale.
«Altre crisi socio-economiche come il razzismo, il sessismo, la discriminazione verso i diversamente abili, la disuguaglianza di classe e altro ancora amplificano la crisi climatica e viceversa». Il movimento ambientalista sottolinea come «le nostre diverse lotte» siano «collegate e legate l'una all'altra. Siamo uniti nella nostra lotta per la giustizia climatica, ma dobbiamo anche riconoscere che non viviamo gli stessi problemi; né li sperimentiamo nella stessa misura».
Il cambiamento climatico colpisce infatti più duramente alcune aree del pianeta. «Ciò è dovuto all'élite del Nord del mondo» accusano dal movimento fondato da Greta Thunberg «che ha causato la distruzione delle terre attraverso il colonialismo, l'imperialismo, le ingiustizie sistemiche e la loro avidità sfrenata, che alla fine ha causato il riscaldamento del pianeta». In un tempo ricco di emergenze come quello attuale (quella climatica, la pandemia e così via) «i paesi sovrasfruttati e i settori emarginati della società sono sistematicamente lasciati a se stessi».
Il messaggio ai «colonizzatori del mondo» - Fridays for Future, che ha programmato per la giornata odierna migliaia di cortei in giro per il pianeta (Svizzera compresa), indirizza un messaggio chiaro ai «colonizzatori del nord», i quali «hanno un debito climatico da pagare per la loro quantità sproporzionata di emissioni» del passato e attuali. Si parte dall'«aumento dei finanziamenti per il clima per attuare riparazioni climatiche antirazziste» e si prosegue con «la cancellazione dei debiti soprattutto per i danni causati da eventi meteorologici estremi» e con la fornitura di «fondi di adattamento» a beneficio delle comunità.
Vengono chiesti inoltre piani d'azione a sostegno delle popolazioni indigene, dei difensori degli ecosistemi, dei piccoli agricoltori e pescatori. Per compiere «un passo essenziale verso una ripresa globale, verde e giusta», non si può prescindere da un'equa distribuzione del vaccino anti-coronavirus e dalla sospensione dei brevetti.