A Varsavia, ma non solo, i cittadini polacchi hanno dimostrato il proprio attaccamento al blocco europeo
La situazione è tesa da quando un tribunale polacco ha sancito l'incompatibilità delle norme europee con quelle polacche
VARSAVIA - Più di 100mila polacchi sono scesi ieri in piazza a Varsavia e in altre città a sostegno dell'appartenenza del proprio Paese all'Unione europea.
Tra bandiere, slogan e cori, il grido unico è il solo: «Noi restiamo nell'Unione europea!». Una manifestazione lanciata in particolare da Donald Tusk, ex capo del Consiglio europeo e ora leader dell'opposizione polacca, secondo il quale il PiS - il partito al potere - sta mettendo in pericolo il futuro europeo del Paese.
In seguito a diversi diverbi tra Bruxelles e Varsavia sulle riforme giudiziarie, a far scattare un forte campanello d'allarme è stata una sentenza della Corte costituzionale polacca, che ha dichiarato giovedì che alcune norme dell’Ue sono «incompatibili» con la Costituzione polacca.
«Sono profondamente preoccupata»
La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha ben presto commentato la sentenza, dichiarandosi «profondamente preoccupata» e ribadendo che «le sentenze della Corte di giustizia europea sono vincolanti, e la legge Ue ha la precedenza sulla legge nazionale». Poco dopo, ha annunciato il lancio di «un'analisi approfondita e veloce» della decisione, per definire i prossimi passi.
Non solo la Von der Leyen, comunque: politici da tutta Europa hanno espresso la loro costernazione, citando il fatto che la Polonia, con la propria adesione, ha sottoscritto il principio del diritto Ue. Dure in particolare le parole del sottosegretario francese agli Affari europei: «È un attacco contro l'Ue», ha affermato.
Sono arrivate però anche voci a favore della sentenza polacca, ad esempio il premier ungherese Viktor Orban, che ha dichiarato come «il diritto nazionale deve prevalere su quello dell'Unione europea», citando una «cattiva prassi» messa in atto dalle istituzioni europee. Dello stesso avviso anche Marine Le Pen, a capo del Rassemblement National francese.
«L'Ue deve sostenere, non imporre»
Secondo il Primo ministro Mateusz Morawiecki, «il ruolo dell'Ue è sostenere lo sviluppo dei Paesi, non quello d'imporre idee contrarie alla loro storia e identità, oltre che soluzioni legali incompatibili con il loro ordinamento giuridico».
Parole che hanno infiammato Donald Tusk: «Vogliono uscire dall'Ue e violare i diritti dei cittadini», ma noi «vogliamo una Polonia indipendente, europea, democratica, rispettosa della legge e corretta».
In ogni caso, il PiS ha finora sempre dichiarato di «non volere una "Polexit"».