Vent'anni dopo il delitto, l'ormai 78enne è stato condannato al carcere a vita
Un delitto rimasto nel mistero per 15 anni, riemerso in seguito ad una confessione involontaria durante un documentario
LOS ANGELES - L'imprenditore immobiliare Robert Durst, definito la «pecora nera» di una dinastia immobiliare di New York, è stato condannato ieri all'ergastolo senza possibilità di condizionale per l'omicidio di una sua amica avvenuto nel 2000, più di vent'anni fa.
Ormai 78enne, Durst è stato condannato per omicidio di primo grado dalla Corte Superiore di Los Angeles.
La sua migliore amica, Susan Berman, era stata trovata morta in casa, con una pallottola in testa. L'omicidio della donna è restato avvolto nel mistero per 15 anni, un dilemma che ha perseguitato la famiglia e gli amici fino al 2015, quando Durst è stato arrestato in seguito alla sua decisione di partecipare al documentario "The Jinx" che oltre a portare alla luce nuove prove lo ha fatto confessare involontariamente di averli «ammazzati tutti».
«È stata un'esperienza divorante e schiacciante», ha dichiarato a margine del processo Sareb Kaufman, che considerava Susan Berman come sua madre, in quanto compagna del padre.
Il movente - nascondere un altro crimine
Ma perché l'ha uccisa? Qui bisogna fare un altro salto nel tempo, di altri 20 anni circa.
Secondo gli inquirenti, Durst avrebbe voluto mettere a tacere la Berman per evitare che lei lo incriminasse nell'indagine sulla scomparsa della moglie di Durst, avvenuta nel 1982 a New York.
Una sparizione misteriosa che sarebbe da ricondurre proprio al marito. Per anni, la Berman avrebbe aiutato il migliore amico a coprire le tracce e a fornirgli un alibi, fino a quando non avrebbe mostrato i primi cenni di voler raccontare tutto alla polizia. Un tentennamento che, a quanto è emerso dal processo, le è stato fatale.
Non solo due omicidi
Durst nelle sue testimonianze ha sempre detto di non aver ucciso le due donne, ma in un altro interrogatorio ha pure ammesso che «avrebbe mentito agli inquirenti anche se lo avesse fatto».
Ma non sono solo due le vittime. I procuratori hanno anche presentato le prove dell'uccisione di un vicino di casa a Galveston, Texas, nel 2001. In quel caso, però, Durst era stato assolto dall'accusa di omicidio dopo aver testimoniato di aver sparato all'uomo «per autodifesa». Anche se, presumibilmente «in preda al panico», aveva persino fatto a pezzi il cadavere, gettandolo in mare.
In aula Durst, che ha diversi problemi di salute, è sempre rimasto in silenzio. Il suo avvocato ha invece annunciato che farà appello, senza aggiungere altro.