A 28 milioni di anni luce, gli astronomi hanno notato ciò che «corrisponde al passaggio di un pianeta»
Una conferma, però, potrà esserci solo fra decenni, quando il candidato pianeta transiterà nuovamente
CAMBRIDGE, MA - I segni di un pianeta in orbita attorno ad una stella al di fuori della galassia della Via Lattea potrebbero essere stati rilevati, per la prima volta.
Si tratta di una scoperta intrigante e innovativa, resa possibile dal telescopio spaziale "Chandra", della Nasa. «Stiamo cercando di aprire un'area di studio completamente nuova, utilizzando i raggi X in un metodo che rende possibile scoprire nuovi mondi in altre galassie» ha dichiarato Rosanne Di Stefano del Center for Astrophysics di Cambridge, a capo dello studio pubblicato oggi dalla rivista Nature Astronomy.
Il possibile candidato esopianeta si trova nella galassia Messier 51 (M51), chiamata anche Whirlpool a causa del suo profilo a spirale.
La conferma? Forse fra decenni
La scoperta, in parole semplici, si basa sul metodo dei transiti del pianeta. Passando tra il punto d'osservazione e la fonte dei raggi X, il corpo celeste blocca infatti la maggior parte o tutti i raggi X che passano normalmente. È lo stesso procedimento utilizzato per scoprire i pianeti nella Via Lattea, dove vengono però osservati i cali della luce, e non dei raggi X, al passaggio dei pianeti.
Sulla base del tempo durante il quale l’emissione di raggi X è diminuita a zero, gli scienziati stimano che il possibile pianeta abbia le dimensioni di Saturno. L'eccitazione della scoperta si scontra però con la dura realtà dell'attesa: per verificare l'interpretazione - vista l'orbita enorme - si dovranno aspettare decenni, poiché il prossimo passaggio del pianeta è previsto fra circa 70 anni. «Purtroppo dovremmo probabilmente aspettare decenni per vedere un altro transito», ha confermato la co-autrice Nia Imara dell'Università della California a Santa Cruz. «E a causa delle incertezze su quanto tempo ci vuole per orbitare, non sapremmo esattamente quando guardare».
Fino ad ora, lo ricordiamo, gli astronomi hanno trovato numerosi esopianeti (eso poiché esterni dal nostro Sistema solare) nella galassia della Via Lattea, quasi tutti a meno di circa 3'000 anni luce dalla Terra. Un esopianeta in M51 sarebbe invece a circa 28 milioni di anni luce, il che significa che sarebbe migliaia di volte più lontano di quelli nella Via Lattea.
Ma non potrebbe essere qualcosa altro?
Alla domanda se l'oscuramento possa essere stato causato ad esempio da una nube di gas e polvere passata davanti alla sorgente di raggi X, i ricercatori non lo ritengono plausibile. Le caratteristiche dell'evento, secondo loro, non sono coerenti con il passaggio di un fenomeno del genere.
«Sappiamo che stiamo facendo un'affermazione audace, e ci aspettiamo che altri astronomi la guardino con molta attenzione», ha ammesso la coautrice Julia Berndtsson della Princeton University nel New Jersey, «ma pensiamo di avere un argomento forte, e questo processo è un esempio di come funziona la scienza».
Il team di Di Stefano ha cercato modifiche nei raggi X in tre galassie oltre la Via Lattea, trovando però solo un singolo candidato esopianeta, quello descritto nella pubblicazione odierna. Gli autori continueranno comunque la loro ricerca intergalattica.