La ripresa dei contagi da Covid nell'est Europa sta portando verso nuovi lockdown.
Ma anche in Austria e Gran Bretagna si dibatte su nuove misure per i non vaccinati.
MOSCA - La solita pausa estiva, la sensazione, o meglio l'illusione, già vissuta un anno fa, che il peggio fosse alle spalle. E invece si inizia a respirare un'aria di déjà-vu perché i positivi da Covid in buona parte dell’Europa sono di nuovo in aumento. I dati in continuo aggiornamento, che arrivano soprattutto dall’est europeo sono allarmanti: Bulgaria, Russia, Romania e gli Stati balcanici. Ma anche Regno Unito e Austria non se la passano bene.
L'Europa che chiude - Si parla ormai di quarta ondata e non sono pochi i Paesi dove si sta correndo ai ripari con nuove forme, larghe o strette, di nuovi lockdown. L'Austria, che pure registra il 62% di vaccinati, è talmente preoccupata di ingolfare le terapie intensive che ha varato un piano in 5 fasi che può portare alla reintroduzione del lockdown per i non vaccinati. La Lituania, invece, lo ha già applicato a tappeto, compreso un rigido coprifuoco, per almeno un mese. La situazione è critica anche nelle altre due Repubbliche baltiche di Estonia e Lituania che ha deciso di introdurre un nuovo lockdown fino al 15 novembre. Il quadro sanitario è critico anche in Romania, penultimo Paese Ue per numero di vaccinati con doppia dose (il 29,4% della popolazione), alle prese con una nuova drammatica fase della pandemia, dove da lunedì sono in vigore nuove, severe restrizioni: scuole chiuse per almeno una settimana, obbligo di green pass in diverse attività, tra cui l’ingresso nei negozi, esclusi alimentari e farmacie, coprifuoco dalle 22, con la chiusura di bar e ristoranti fissata alle 21.
I Grandi tremano - A destare preoccupazione sono le grandi nazioni che sembrava avessero sconfitto il Covid per prime. Picco contagi in Gran Bretagna, tra le prime nazioni ad allargare le maglie dei controlli. Il Governo di Boris Johnson non esclude neanche l'ipotesi di restrizioni, finanche a varare l'obbligo di pass vaccinale per alcune attività sensibili ma il dibattito è aperto. Anche in Germania è in corso il dibattito su misure anticovid più restrittive, alla luce del forte aumento dei contagi che si è registrato la settimana scorsa, quando venerdì si è sfiorato un record di 19 mila contagi che non si toccava da maggio.
L'inferno russo - Ma chi sta messa peggio è la Russia, tra i Paesi col tasso più basso di vaccinazione (con lo Sputnik), ferma a un terzo circa della popolazione e che sta registrando qualcosa come mille morti al giorno. Il presidente Putin ha imposto lo stop a tutte le attività lavorative in presenza dal 30 ottobre al 7 novembre, mentre la capitale Mosca si è spinta anche oltre con la chiusura di scuole, negozi, bar, ristoranti e stadi.
In crisi anche i Balcani - Non diversa la situazione nei Balcani. In Serbia, dove la situazione epidemiologica resta molto critica con un alto numero di contagi e decessi, il governo ha annunciato da questa settimana l’obbligo del pass vaccinale nelle ore serali per ristoranti, caffè, bar e altri locali al chiuso. In Slovenia si è registrato il numero più alto di casi in un solo giorno degli ultimi 10 mesi. La situazione epidemiologica resta molto critica anche in Montenegro e Bosnia-Erzegovina, tutti Paesi con percentuali basse di immunizzati. In Bulgaria da giovedì 21 ottobre è obbligatoria la certificazione verde anti-Covid per le attività negli ambienti al chiuso. Fanno eccezione solo le farmacie, le banche, i negozi per generi alimentari, i trasporti e gli uffici pubblici.
La paura di un Natale nuovamente chiusi in casa comincia a serpeggiare.