È considerato il summit sul clima che potrebbe fare da punto di svolta per l'umanità: cambierà la nostra quotidianità?
Tra diverse conferme e qualche (importante) defezione, le aspettative sono tante
GLASGOW - È stata definita la conferenza sul clima «più importante di sempre», «il punto di svolta» delle politiche ambientali mondiali e «l’ultima grande chance del nostro pianeta».
Si tratta della COP26, il tanto atteso summit climatico delle Nazioni Unite che vedrà riunirsi centinaia di leader globali a Glasgow tra il 31 ottobre e il 12 novembre 2021. L'ambizione è alta: trovare un accordo internazionale che possa salvare l'umanità dagli effetti nefasti del surriscaldamento globale.
Si tratta della 26esima edizione della COP, sigla che sta per "Conference of the Parties", e vi parteciperanno i 197 Paesi che hanno firmato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), entrata in vigore nel 1994. Oltre ai politici, ci saranno numerosi incontri con rappresentanti di settori commerciali, attivisti e altri gruppi d'interesse.
Un puzzle che perde pezzi
La COP è stata lanciata con decisione dal premier britannico Boris Johnson, che l'ha definita «l'ultima occasione per l'umanità» aggiungendo che tutti i Paesi devono assumersi la propria responsabilità per «la distruzione che stiamo infliggendo, non solo al nostro pianeta ma a noi stessi».
Ciononostante, ben presto sono state annunciate le prime grandi defezioni. Mentre il Presidente statunitense Joe Biden ha detto recentemente che sarà presente insieme all'ex Presidente Barack Obama, il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin hanno annunciato la loro assenza, particolarmente significativa dato il contributo delle loro nazioni alle emissioni globali, con la Cina che produce circa il 28% e la Russia il 5% della produzione globale di CO2.
È stata invece apprezzata a livello internazionale l'adesione di Scott Morrison, Primo Ministro di un'Australia spesso criticata per l'inazione climatica e anche quella di Narendra Modi, premier di un altro Paese le cui emissioni sono un osservato speciale: l'India. Molte discussioni ci sono poi state attorno al ruolo del Brasile, Paese particolarmente importante per quanto riguarda la deforestazione. Seppur il Presidente Jair Bolsonaro non ci sarà, la delegazione sarà guidata dal Ministro dell'ambiente Joaquim Leite. Un diplomatico brasiliano ha confermato a Reuters che il Brasile aumenterà i suoi obiettivi climatici alla COP26.
Ma cosa possiamo aspettarci?
La conferenza si tiene ogni anno, ma quest'anno è cruciale tanto da venir descritta come l'evento climatico più significativo dall'Accordo di Parigi del 2015. Il motivo sono i diversi rapporti e appelli degli scienziati usciti negli scorsi mesi che hanno sottolineato la necessità immediata e netta di allontanarsi dai combustibili fossili, per evitare gli impatti più catastrofici del cambiamento climatico. Tra i rapporti più sentiti, quello del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC).
In generale, l'obiettivo è quello di impedire che la temperatura media globale aumenti più di 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli precedenti alla rivoluzione industriale. Per ogni frazione di grado che aumenta, avvertono gli scienziati, il mondo vedrà ondate di calore, siccità, inondazioni e incendi più intensi e più frequenti. Oltre a ridurre le emissioni rapidamente, ci si aspetta che i paesi più ricchi aumentino il sostegno finanziario per aiutare le nazioni più vulnerabili a non dipendere dai combustibili fossili.
Vista l'urgenza dei toni, alcuni impegni presi a Glasgow potrebbero influenzare direttamente la nostra vita quotidiana. Ad esempio, come riporta la Bbc, tra le richieste principali di molti gruppi ambientalisti c'è il passaggio immediato alle auto elettriche, un minor consumo di carne rossa e un netto cambiamento delle politiche sui viaggi aerei.