Facebook è il social più in difficoltà, ma anche Youtube, Snapchat e Twitter non sorridono. E Tik Tok vola
Da aprile a oggi hanno perso 10 miliardi di dollari. E questo perché Apple ha introdotto l'App tracking transparency, una policy che rende obbligatorio alle applicazioni di chiedere agli utenti il permesso di tracciare ricerche e abitudini online per proporre pubblicità mirate. Sono Facebook, Snapchat, Twitter e Youtube.
Spesso capita di chiedersi come mai sia apparso nel feed di un social network la pubblicità di un prodotto che si era cercato poco prima su Google o Safari. Il motivo è che le applicazioni "parlano" tra di loro e trasferiscono i dati di navigazione dell’utilizzatore di quello che può essere smartphone, tablet o computer, basta che sia collegato a internet. Ma da aprile 2021 si può scegliere di impedire alle applicazioni di vedere le proprie ricerche, o i propri gusti, espressi magari con like a un post. È stata Apple a introdurre il nuovo sistema in tutti i dispositivi iOS e per alcune piattaforme non è stato un bel colpo.
Molti utenti si sono subito infatti dati alla macchia e, come rilevato dall'azienda di advertising Lotame, Snapchat, Facebook, Twitter e Youtube hanno perso il 12% dei loro ricavi, pari a 9,85 miliardi di dollari. Il direttore operativo dell'azienda Mike Woosley ha spiegato al Financial Times che se prima un marchio di biancheria da uomo per ogni pubblicità pagata cinque dollari con un bacino di utenza di 1'000 uomini avrebbe guadagnato un nuovo cliente, «ora per arrivare allo stesso numero di persone, bisogna mostrare lo stesso annuncio al doppio di queste perché all'improvviso non sai più chi è un uomo e chi una donna. E hai ancora solo cinque dollari per quelle 2'000 impressioni, quindi i tuoi costi di acquisizione sono raddoppiati e il rendimento perso è del 50%».
Ed è Facebook il social che si trova più in difficoltà perché negli ultimi anni i prezzi delle inserzioni sono sempre più aumentati. Secondo Alain Corbett, direttore esecutivo di Wayflyer, una società che aiuta gli e-commerce nelle loro finanze, è logico che «chi metteva annunci su Facebook sposterà il suo interesse. Tik Tok per esempio sta diventando molto popolare perché è incredibilmente meno costoso».
Ciò che sta succedendo quindi è che queste piattaforme reindirizzeranno il loro interesse verso Android, che al momento non ha una policy di questo tipo, oppure dovranno trovare nuovi modi per arrivare alle persone senza tracciare ciò che fanno sui loro iPhone. «Dovranno ricostruire le loro strategie da zero e potrebbe volerci almeno un anno», riferisce sempre al Financial Times Eric Seufert, un consulente di AdTech, ovvero tutto ciò che si riferisce agli strumenti e alle analisi usate nella pubblicità digitale.