Secondo i ricercatori, i risultati sono «particolarmente importanti per coloro che non rispondono ai vaccini anti Covid»
NEW YORK - Il trattamento a base di anticorpi monoclonali Regen-COV riduce il rischio di sviluppare Covid sintomatico di oltre l'80%, per un periodo di tempo fino a 8 mesi in persone esposte al Sars-Cov-2.
A rendere noti i risultati di uno studio di fase 3, secondo quanto riporta l'agenzia AFP, è Regeneron, l'azienda biotecnologica statunitense che ha sviluppato il farmaco attualmente autorizzato in Europa e negli Usa come profilassi post-esposizione in soggetti che non necessitano di ossigenoterapia e che sono ad alto rischio di progredire verso la forma severa della malattia.
I risultati sono «particolarmente importanti per coloro che non rispondono ai vaccini Covid-19, comprese le persone immunocompromesse», ha affermato Myron Cohen, ricercatore dell'Università della Carolina del Nord a Chapel Hill che sta conducendo uno studio finanziato dal governo sul trattamento. Lo studio ha incluso 842 persone che hanno ricevuto un placebo e 841 che hanno ricevuto il trattamento Regen-COV iniettato sotto la pelle.
Durante un periodo di follow-up durato da due a otto mesi, ci sono stati 7 casi di Covid nel gruppo di trattamento e 38 nel gruppo placebo, con una riduzione del rischio dell'81,6%. Ci sono stati, inoltre, 0 casi ospedalizzati nel gruppo di trattamento e 6 nel gruppo placebo. «Una singola dose di Regen-COV ha fornito protezione a lungo termine contro Covid-19, comprese le situazioni di rischio particolarmente elevato come l'esposizione domestica», ha affermato George Yancopoulos, presidente e direttore scientifico dell'azienda.
I vaccini addestrano il sistema immunitario a produrre anticorpi ma alcune persone, inclusi gli anziani e gli immunocompromessi, non rispondono bene ai vaccini e tali gruppi trarranno i maggiori benefici dalla «vaccinazione passiva» in cui gli anticorpi vengono 'consegnati' direttamente. Regen-COV si basa su due anticorpi monoclonali prodotti in laboratorio, casirivimab e imdevimab, progettati per legarsi alla proteina spike del Sars-Cov-2 in due diversi siti, impedendo al patogeno di invadere le cellule umane.