Scelgono di farsi congelare dopo la morte, con la speranza di svegliarsi fra centinaia di anni.
MILANO - Accedere all’eternità attraverso la controversa pratica del “congelamento della vita”, e attendere che qualche tecnologia del futuro possa fare miracoli e resuscitarci dal letale “imperatore del male”, il cancro, o da altre malattie incurabili è quanto di più avveniristico ci sia al momento in commercio.
Così ti congelo il cadavere - «L'esistenza è il bene più importante che abbiamo e molti di noi si sono sentiti in dovere d'investire sul futuro e quindi anche sulla crioconservazione. Per quanto a oggi non esista ancora una cura in grado di riportare in vita i corpi immersi in azoto liquido a -196°, la domanda è aumentata del 50%». In occasione del 50esimo anniversario della Alcor Life Extension, lo storico hub statunitense che ha portato il pensiero della crionica nel mondo, a rompere il ghiaccio è Filippo Polistena, patron fondatore della Polistena Human Criopreservation, l’unica concessionaria nella vicina penisola abilitata a ibernare e a spedire nel mondo i cadaveri di chi, in vita, ne fa richiesta. «Abbiamo l’esclusiva su Russia e America» ci dice intanto che lumeggia le presunte fasi della cosiddetta sospensione crionica. «Mentre la sostituzione del sangue con il liquido crio-protettivo deve compiersi necessariamente entro venti minuti dal decesso, diverso è il trattamento del cervello, che richiede di essere portato a -20/30° nel giro di sole due ore». Il futurista, essendo del mestiere, aggiunge dovizia di particolari: «A questo punto seguono l’incassamento del defunto, il confezionamento del feretro a - 50° e la spedizione dello stesso presso le sedi mondiali leader della crionica a bordo di jet specializzati. Il tutto deve concludersi al massimo entro sette giorni dalla morte legale».
Duemila persone in attesa - In questo periodo storico, ci spiega il nostro interlocutore, a voler vivere per sempre sono anzitutto gli uomini: «Uomini sopra la cinquantina affetti da malattie», sottolinea Polistena e aggiunge: «Le richieste arrivano sia dall'Italia che dall'estero. Le persone che aspettano di usufruire di questo servizio al momento della loro dipartita sono all'incirca 2mila, ma a conti fatti, credo che italiani e stranieri siano predisposti a investire sulla speranza in egual misura. Solo quest’anno ho sottoscritto 23 contratti».
Non è fantascienza - Le premiate crio-ditte nei loro macabri impianti di ibernazione ospitano decine e decine di pazienti. Tali cliniche, sia Alcor che Cryonics Institute (Stati Uniti), come pure CrioRus (Russia), tra i propri clienti annoverano anche qualche italiano: «Dei 71 corpi conservati alla CrioRus, per esempio, 5 vengono dal mio centro di Mirandola» quantifica il paladino delle cause morte, mentre fa luce sul grottesco anelito che anima parte dei futuri crio-pazienti. «Qualcheduno vorrebbe persino farsi congelare insieme al proprio animale da compagnia. Ho già nel cassetto 12 contratti firmati e la cosa non mi stupisce affatto; del resto sono già parecchi i cani, i gatti e i cardellini che ho spedito in Eurasia e America, confidando nel buon auspicio che la “resurrezione futura” potrebbe favorire».
I prezzi? Si arriva fino a 180.000 franchi - Ma quanto costa la speranza di una seconda vita? È sempre il fondatore della Polistena Human Criopreservation a rispondere: «Se parliamo di animali si va dai 5 ai 12mila franchi. Il prezzo è calcolato in base alla stazza. Conservare un gattino, ovviamente, costa al proprietario molto meno che conservare un cane di grossa taglia o un cavallo». Se parliamo invece di essere umani, il servizio più caro sembra essere quello della Alcor, che chiede 200mila dollari (circa 180mila franchi) per l’intero corpo. Diverso, o meglio low-cost, è il “pacchetto” KrioRus, avverte l’uomo pro-criogenia: «Costa 36.000 dollari (quasi 33.000 franchi), e ha la durata di 100 anni». A far lievitare il prezzo, prosegue l’esperto, è il volo diretto per Mosca o Detroit: «Il viaggio va pagato a parte e oscilla tra i 5 e i 10mila dollari, a seconda della dimensione corporea del defunto». Quanto invece ai clienti meno abbienti? «I più indigenti possono optare o per il pagamento a rate» conclude Polistena.
Una domanda, tuttavia, sorge spontanea: a che pro “deanimare” corpo e cervello? Il businessman replica con spirito caustico. E tranchant, conclude: «Sembra fantascienza, ma la nostra missione è cercare di trasferire in futuro la vita dei nostri pazienti; d’altra parte noi transumanisti puntiamo a essere immortali. Il Covid, però, ha bloccato tutto, anche la ricerca!».