Lady Gaga in Italia per l'anteprima di "House of Gucci": la storia vera dietro il film
Nella pellicola di Ridley Scott l'attrice e cantante veste i panni di Patrizia Reggiani, la donna che assoldò un killer per uccidere il compagno ed erede della famosa dinastia della moda.
MILANO - Con l'arrivo di Lady Gaga in Italia, per l'anteprima di sabato a Milano, decolla un film dal cast stellare, "House of Gucci", diretto da Ridley Scott, con Al Pacino, Jeremy Irons, Jared Leto e Lady Gaga. Ci sono personaggi destinati a essere sempre sotto i riflettori. È il caso di Patrizia Reggiani, ex signora Gucci, interpretata da Lady Gaga. L'incontro fatale con Maurizio, il loro amore, il matrimonio da favola che si trasformerà in una ossessione fino alla separazione e al gesto criminale. Condannata a 26 anni come mandante dell’omicidio del marito Maurizio Gucci, ucciso a Milano nel 1995, Patrizia Reggiani ha trascorso 17 nel carcere di San Vittore.
Una storia che avrebbe quasi dell’incredibile, da film appunto ma è vita vera, vissuta. Sullo sfondo: la Milano degli anni Sessanta, Settanta e poi Ottanta, quella che stava diventando o lo era già, “la Milano da bere”. Un catino in cui immergersi per Patrizia, dapprima Martinelli, poi Reggiani che diventerà di lì a breve una Gucci.
Una favola che dura poco - Era cresciuta povera e non ha mai conosciuto il padre biologico. All'età di 12 anni, la madre sposò il ricco imprenditore Ferdinando Reggiani, che in seguito adottò Patrizia. La prima svolta della sua vita. È una donna che ha sempre amato il bello e che ha ottenuto tutto ciò che voleva. Come quel giorno del 1970 in cui incontrò Maurizio Gucci ad una delle tante feste. In poco tempo tra i due scoppia l’amore. E poi il matrimonio sfarzoso, anche se senza la famiglia di lui che la considerava un’arrampicatrice sociale, l’esistenza scintillante accanto all’erede della famosa dinastia della moda fra viaggi, case da capogiro e feste esclusive. «Facevo una vita incredibile» ha detto di recente Lady Gucci. Ma si sa, a volte le belle favole sono destinate a finire, prima o poi. Succede così che nel 1985, Gucci le disse che avrebbe fatto un breve viaggio d'affari a Firenze; il giorno dopo le mandò a dire che non sarebbe tornato e che il matrimonio era finito. C’era un’altra di mezzo: Maurizio aveva una nuova compagna, Paola Franchi. Gucci chiese la separazione. Miliardaria all’epoca, ma fatta anche di litigi e accuse che portano a un accordo faraonico.
Tutto per soldi - Ma una nuova svolta era dietro l’angolo. Il matrimonio di Gucci con la Franchi avrebbe significato il dimezzamento del vitalizio per Patrizia. Che nelle interviste postume racconta candidamente: «Andavo in giro e chiedevo a tutti, anche al salumaio: “Ma c’è qualcuno che ha il coraggio di ammazzare mio marito?"». Lo avrebbe anche fatto con le sue mani, ammetterà, ma non era capace. E allora l’idea ancor più criminale. Assoldare qualcuno per fare fuori l’oramai ex marito.
La maga e la Banda Bassotti - Ed ecco qui entrare in scena quella che la stessa Patrizia definisce “Banda Bassotti” assoldata dalla maga napoletana Pina Auriemma, grande amica sua, composta da tre uomini condannati poi insieme alle due donne per il delitto. Tra questi il proprietario, indebitato, di una pizzeria, Benedetto Ceraulo. Sarà lui materialmente ad assassinare Maurizio Gucci la mattina del 27 marzo 1995 con tre colpi di pistola nell’androne di casa mentre usciva per andare a lavoro. Il resto è storia. Le indagini, l’arresto, il processo. La sentenza la inchioda a 26 anni di carcere, ridotti a 17 ormai scontati a Victor’s Residence o San Vittore, così ribattezzato dall’indomita “Vedova Nera”.
Da Lugano a St Moritz nel segno del lusso
La vicenda della famiglia Gucci ha molta Svizzera sullo sfondo. E non solo per i tanti possedimenti. Lugano in particolare. Lì nel 1994, Maurizio Gucci firmò l’accordo in cui si impegnava a versare 1,1 milioni di franchi svizzeri all’anno alla ex moglie per la separazione, prima di essere ucciso. Proprio a Lugano le due figlie di Patrizia e Maurizio, Alessandra e Allegra, hanno scelto di trascorrere gran parte della loro vita dopo la tragedia familiare, sempre lontano dai clamori della vita mondana tanto cara all’epoca alla madre. Da Lugano partirono le prime indagini per risalire ai responsabili dell’omicidio.
E poi le lunghe settimane bianche trascorse a Saint Moritz presso “L’oiseau bleu”. Proprio quello chalet fu inserito tra le richieste di Patrizia Reggiani nel tentativo di raggiungere un accordo con le figlie durante un’aspra diatriba legale seguita alla scarcerazione della ex signora Gucci che vinse quella battaglia vedendosi riconosciuti vitalizio e arretrati dall’eredità delle figlie.