Uno studio dell'Università di Cambridge ribadisce il carattere fondamentale delle misure non farmacologiche
CAMBRIDGE - Per quanto la dose booster di vaccino anti-Covid sia importante per risollevare il livello di immunità al virus, gli interventi non farmacologici come distanziamento e mascherine restano fondamentali per ridurre i contagi e il rischio di comparsa di nuove varianti del coronavirus. È quanto riferito in un articolo, pubblicato sulla rivista Science, di Ravindra Gupta dell'Università di Cambridge.
Pochi vaccini raggiungono un livello di protezione elevato come le due dosi di vaccino anti-Covid a mRNA (Pfizer e Moderna), sottolinea l'esperto. In ampie sperimentazioni cliniche - tra le più grandi mai condotte finora - i vaccini a Rna messaggero anti-Covid-19 sono risultati altamente protettivi contro il rischio di infezione sintomatica. Infatti, nei primi mesi dall'inizio della campagna vaccinale, erano piuttosto rare le infezioni tra i vaccinati e si aggiravano intorno a una quota inferiore all'1% dei casi di Covid-19, e meno dello 0,1% richiedeva il ricovero o portavano al decesso del paziente nei paesi ricchi. Ma dopo 5-6 mesi questa situazione è cambiata e adesso è chiara la necessità di una dose booster, sottolinea l'esperto, perché la protezione cala dopo alcuni mesi dalla seconda dose.
Inoltre, gli alti tassi di trasmissione del virus in Europa e Usa dove la percentuale dei vaccinati è già molto elevata fanno presagire il rischio di nuove varianti che bucano il vaccino. Per questo restano fondamentali le ricerche volte allo sviluppo di nuovi vaccine ma anche di potenziali farmaci antivirali e il mantenimento di tutti i mezzi non farmacologici (distanziamento e mascherine) per limitare la trasmissione del virus, conclude Ravindra Gupta.