Così papa Francesco nel suo messaggio natalizio Urbi et Orbi
CITTÀ DEL VATICANO - «"Che cosa sarebbe il mondo senza il dialogo paziente di tante persone generose che hanno tenuto unite famiglie e comunità?" (Enc. Fratelli tutti, 198). In questo tempo di pandemia ce ne rendiamo conto ancora di più. La nostra capacità di relazioni sociali è messa a dura prova; si rafforza la tendenza a chiudersi, a fare da sé, a rinunciare a uscire, a incontrarsi, a fare le cose insieme». Lo ha affermato papa Francesco nel suo messaggio natalizio Urbi et Orbi, pronunciato dalla Loggia centrale di San Pietro.
«E anche a livello internazionale c'è il rischio di non voler dialogare, il rischio che la crisi complessa induca a scegliere scorciatoie piuttosto che le strade più lunghe del dialogo - ha sottolineato -; ma queste sole, in realtà, conducono alla soluzione dei conflitti e a benefici condivisi e duraturi». In effetti, ha aggiunto il Pontefice, «mentre risuona intorno a noi e nel mondo intero l'annuncio della nascita del Salvatore, sorgente della vera pace, vediamo ancora tanti conflitti, crisi e contraddizioni».
«Sembrano non finire mai e quasi non ce ne accorgiamo più - ha osservato -. Ci siamo abituati a tal punto che immense tragedie passano ormai sotto silenzio; rischiamo di non sentire il grido di dolore e di disperazione di tanti nostri fratelli e sorelle».