La compagnia è proprietaria della raffineria che ha perso 6'000 barili di petrolio da 159 litri in mare
LIMA - Il presidente del Consiglio dei ministri del Perù, Mirtha Vásquez, ha affermato che il governo, in merito all'inquinamento provocato il 15 gennaio dal versamento in mare al largo di Lima di circa 6000 barili di petrolio destinati a una raffineria della compagnia Repsol, cerca «una sanzione esemplare che costituisca un precedente per i responsabili della marea nera e del disastro ecologico generato nelle acque e sulla costa di Ventanilla».
In un'intervista a Radio Latina, Vásquez ha ribadito che la compagnia Repsol, proprietaria della raffineria La Pampilla, «non ha reagito come doveva a questo disastro ecologico, che ha generato una serie di conseguenze ben maggiori di quelle che si sarebbero avute con una tempestiva reazione».
«Siamo convinti - ha insistito - che ci sia una grave responsabilità della compagnia spagnola e che essa non può sottrarsi alle sue responsabilità: non aver attuato un piano di emergenza, aver fornito informazioni inesatte sulla quantità di petrolio fuoriuscito e sulla zona colpita e anche di non aver prestato la dovuta assistenza ai pescatori colpiti dall'incidente, che non possono andare a pescare».
«In questo momento - ha poi detto in riferimento a una domanda su una possibile revoca per Repsol della licenza a operare - stiamo facendo un'analisi di tutte le azioni legali che possiamo mettere in atto. Dobbiamo essere molto scrupolosi, non escludo nulla». Infine la premier ha segnalato che «questa settimana dovrebbero arrivare a Lima esperti dell'Onu per aiutare a calcolare i danni causati e, sulla base di essi, stabilire l'ammontare degli indennizzi».