Washington sta mandando un cacciatorpediniere e dei jet da combattimento
La decisione è stata presa dopo una telefonata tra Washington e Abu Dhabi
ABU DHABI - Dei jet da combattimento e una nave da guerra statunitensi sono diretti verso la penisola araba.
Gli Stati Uniti hanno così deciso di unirsi in prima persona al conflitto tra Emirati Arabi Uniti (EAU) e i ribelli yemeniti Huthi, uno scontro che recentemente si è acceso tanto da far arrivare dei missili fino alle porte della città di Abu Dhabi.
Il dispiegamento «assisterà gli EAU nell'affrontare l'attuale minaccia», ha spiegato l'ambasciata USA negli Emirati in una dichiarazione, aggiungendo che quest'assistenza è un «chiaro segnale che gli Stati Uniti sostengono gli Emirati come un partner strategico di lunga data». Oltre ai mezzi sul territorio, Washington continuerà anche a fornire informazioni d'intelligence per prevenire e anticipare gli attacchi.
I nuovi mezzi e i nuovi soldati, tra cui il cacciatorpediniere missilistico "USS Cole" e i caccia «di quinta generazione», andranno a complementare gli sforzi dei colleghi già di stanza su territorio emiratino, più precisamente nella base militare di Al-Dhafra. La scelta di sostenere con forza gli Emirati è arrivata in seguito ad una telefonata tra il Segretario della difesa statunitense Lloyd Austin e le autorità emiratine.
Missili verso Abu Dhabi
Nel corso del mese di gennaio, gli Emirati sono stati il bersaglio di tre attacchi Huthi. Nel primo caso, un attacco perpetrato con droni ha provocato la morte di tre persone, negli altri casi, il lancio di missili è stato bloccato dai sistemi di difesa emiratini o statunitensi (il gruppo ribelle ha preso di mira anche la base di Al-Dhafra).
Gli Emirati Arabi Uniti, lo ricordiamo, fanno parte di una coalizione militare guidata dall'Arabia Saudita che oramai da diversi anni sta aiutando il governo yemenita nella sua guerra interna contro i ribelli Huthi, un gruppo militante sostenuto dall'Iran.
In più di sette anni di guerra in Yemen, sono piombate diverse volte delle accuse da parte delle Nazioni Unite di «crimini di guerra», contro tutte le parti coinvolte. La coalizione Arabia Saudita - Emirati ha riconosciuto i propri «errori», ma ha puntato il dito contro i ribelli, accusandoli di usare i civili yemeniti «come scudi umani».