Ne è convinto il microbiologo italiano Andrea Crisanti: «Non capisco la prudenza del governo»
PADOVA - In alcuni Paesi, come Regno Unito e Svizzera, il ritorno alla "normalità" è avvenuto in un solo colpo. Altri hanno invece optato per un approccio più cauto. L'Italia è tra gli iscritti a questo secondo gruppo. C'è prudenza. Anche troppa secondo l'esperto Andrea Crisanti, che ritene questo il «miglior momento per riaprire tutto».
«Non capisco la prudenza del governo» ha dichiarato il microbiologo dell'Università di Padova in un'intervista a Libero. «Il contagio da Covid è calato grazie al vaccino e non alle restrizioni, che sono le stesse di 4 settimane fa, quando viaggiavamo al ritmo di 250 mila nuovi positivi al giorno e i divieti non avevano impatto sulla pandemia. Come il Green pass, che è servito a far immunizzare le persone ma non a impedire la trasmissione del virus». Ma oggi, la scelta di mantenere il certificato è «una decisione squisitamente politica e non sanitaria».
Secondo Crisanti «ormai tutti quelli che era possibile far vaccinare lo hanno fatto e il restante 5-10% non è convincibile e non penso che un Paese democratico possa marginalizzare a lungo il 10% della popolazione». Quindi, spiega, «meglio riaprire ora che tra sei mesi, perché così si favorisce il processo che porta il virus a diventare endemico. Può sembrare un paradosso, ma se tu chiudi fino ad arrivare a contagi zero, poi come riapri l’epidemia riesplode».