La giornalista Marina Ovsyannikova è stata multata e rilasciata. Ma il suo gesto poteva costarle fino a 15 anni.
Ieri aveva interrotto l'edizione serale del telegiornale, protestando in diretta contro la guerra in Ucraina. Un'azione che, come ha raccontato un amico, la giornalista aveva pianificato da alcuni giorni. E che l'ha fatta diventare subito un simbolo di libertà.
MOSCA - Marina Ovsyannikova. Il suo nome oggi è ovunque. Campeggia sulle pagine di ogni quotidiano online e sulle bacheche dei social network, dove la sua impresa di ieri è stata nel frattempo ritrasmessa e condivisa migliaia e migliaia di volte.
Per chi ne fosse ancora all'oscuro, Marina ha improvvisato una protesta durante l'edizione serale del telegiornale su "Channel One", una delle emittenti che fanno capo al Cremlino. Si è presentata in scena, alle spalle della sua collega, urlando «fermate la guerra!», con un cartellone fra le mani. In inglese e in russo. «No alla guerra. Non credete alla propaganda. Vi stanno mentendo». Firmato i «russi contro la guerra». Marina, dopo l'arresto, è scomparsa per diverse ore. E le Nazioni Unite hanno lanciato un appello a Mosca perché non fosse punita per aver espresso la sua libertà di parola.
Marina non ha agito d'impulso. «La sua rabbia ha iniziato a montare sin dall'inizio della guerra» in Ucraina, ha raccontato al Guardian un suo amico, che - per ovvie ragioni - ha voluto mantenere l'anonimato. La decisione di reagire è arrivata «due giorni fa; mi ha detto che lo avrebbe fatto». Marina aveva già espresso, in un video registrato e pubblicato su Telegram, la propria contrarietà alle azioni del Cremlino. La Russia «è un Paese aggressore» e «quello che sta succedendo ora in Ucraina è un crimine». E la responsabilità «è di una sola persona: Vladimir Putin». Marina si «vergognava» ormai di aver fatto parte «per diversi anni» della «propaganda del Cremlino».
Marina è ricomparsa in queste ore, nell'aula del tribunale di Ostankino con il suo avvocato, dove è stata processata, multata e rilasciata per l'irruzione di ieri sera. Marina rischiava fino a 15 anni di reclusione, secondo una legge che è stata recentemente approvata in Russia (e il rischio di un'incriminazione in questo senso non può essere ancora escluso) - non casualmente, dopo l'invasione della vicina Ucraina. Marina sapeva quanto poteva costarle (e gli scambi di messaggi visionati dal quotidiano inglese lo confermano), ma lo ha fatto comunque, diventando all'istante un simbolo di libertà.