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CINAPechino contro Taiwan: «Approfitta della crisi in Ucraina»

16.03.22 - 19:00
Secondo la portavoce cinese per gli affari di Taiwan, Zhu Fenglian, l'isola «sfrutta la crisi» per i suoi interessi
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Pechino contro Taiwan: «Approfitta della crisi in Ucraina»
Secondo la portavoce cinese per gli affari di Taiwan, Zhu Fenglian, l'isola «sfrutta la crisi» per i suoi interessi
«La loro manipolazione politica non avrà successo», ha poi aggiunto Fenglian

PECHINO - Le autorità di Taiwan «stanno sfruttando la questione ucraina per convalidare la loro esistenza, appoggiandosi su un tema caldo e approfittando delle difficoltà altrui».

È quanto ha dichiarato il portavoce dell'ufficio cinese per gli affari di Taiwan, Zhu Fenglian, criticando i «funzionari del Partito Progressista Democratico» (il partito al potere a Taiwan, ndr.). Lo ha riportato l'agenzia Reuters.

In altre parole, Pechino ha criticato Taiwan per le sanzioni nei confronti della Russia e per le spedizioni di aiuti umanitari verso l'Ucraina. Secondo Fenglian, infatti, l'isola sta «approfittando della crisi» dell'Ucraina per rafforzare il proprio status di Stato indipendente a livello internazionale. Recentemente, da Taiwan hanno dichiarato che hanno agito perché si sentono in dovere «di stare al fianco delle altre democrazie» del mondo.

«Tentativi di manipolazione politica»
Nelle ultime settimane, la guerra in Ucraina ha portato un'ondata di simpatia dal mondo nei confronti di Taiwan, con molti che vedono dei parallelismi tra l'invasione della Russia e la minaccia militare posta dalla Cina, che considera l'isola democraticamente governata come parte del suo territorio.

Interrogato sugli aiuti e le sanzioni di Taiwan in una conferenza stampa a Pechino, Zhu Fenglian ha detto che il governo di Taiwan stava approfittando della situazione, chiarendo però che «i loro tentativi di aumentare le ostilità attraverso la manipolazione politica non avranno successo».

«Pronti a combattere»
Nel frattempo, un sondaggio pubblicato martedì dalla Taiwan International Strategic Study Society, e ripreso dal South China Morning Post, ha mostrato come più persone a Taiwan siano disposte ad imbracciare un fucile e difendere l'isola in seguito all'invasione russa.

Su 1'076 persone intervistate tra venerdì e domenica, il 70,2% si è detto disposto ad andare in guerra per difendere l'isola, mentre il 20,8% ha detto di non essere disposto a farlo. A confronto, in un sondaggio simile svolto il 28 dicembre solo il 40,3% degli intervistati ha detto che andrebbe a combattere.

In ogni caso, la Cina ci ha tenuto più volte a ribadire che la questione di Taiwan è assolutamente diversa da quella Ucraina. Mentre il paese europeo è uno Stato indipendente, «Taiwan è sempre stata una parte inalienabile della Cina» ha affermato a più riprese il ministero degli Esteri cinese.

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