Due dissidenti hanno pubblicato alcuni indizi sulla proprietà dell'imbarcazione. Non ci sono ancora conferme ufficiali
MARINA DI CARRARA - Sarebbe proprio il suo. C'è uno yacht ormeggiato in Toscana che dall'inizio di marzo si ipotizza possa essere di Putin. Lungo 140 metri, con due piattaforme per l'atterraggio di elicotteri, spa e camini (anche a legna), iniziano ad arrivare indizi che ricondurrebbero la proprietà proprio al capo del Cremlino.
Due dissidenti russi, rifugiati in Lituania da anni e che lavorano a stretto contatto con Navalny, condannato a 13 anni di reclusione, hanno pubblicato in un video su Youtube tutti gli elementi che sono riusciti a raccogliere sullo yacht. Sono la giornalista investigativa Marina Pevchikh e l'attivista anti-corruzione Georgi Alburov. E per ottenere quelli che dicono essere indizi solidi sono andati oltre il certificato di proprietà, riuscendo, a quanto dicono, anche a parlare con un membro dell'equipaggio.
A bordo dello yacht "Scheherazade" a sei piani, uno dei più grandi al mondo, da 700 milioni di dollari, ci sono 23 persone. A confermarlo, un documento di due pagine, la cosiddetta crew list, con nomi, date di nascita ed estremi dei passaporti, compilato a dicembre del 2020 e ottenuto dalla Guardia di Finanza.
Escluso il capitano, che arriva dal Regno Unito e si chiama Guy Bennet Pearce, sono tutti russi e almeno dieci membri dell'equipaggio hanno un legame con il Servizio federale per la sicurezza della Federazione russa (Fso), agenzia che si occupa di spionaggio, e che, come spiegano Pevchikh e Alburov, «protegge Putin e organizza la sua vita».
Nel video viene anche riportata la testimonianza anonima di uno dei marinai, che conferma che il proprietario sarebbe proprio Putin. La Guardia di Finanza e l'Interpol stanno investigando, ma non sussistono ancora prove tangibili che legherebbero lo "Scheherazade" al capo di stato russo. Unica altra informazione nota è che lo yacht è intestato a una compagnia anonima con sede alle Isole Marshall.