I paesi europei stanno cercando di staccarsi dalla dipendenza russa, ma per farlo sono disposti a ricorrere al carbone
KIEV - La guerra in Ucraina sta colpendo il resto del mondo su più fronti, anche per quanto riguarda le emissioni. In particolare il conflitto tra Russia e Ucraina minaccia gli obiettivi fissati per tentare di rallentare il riscaldamento globale, in quanto i paesi cercano alternative all'energia russa. Per farlo ricorrono quindi all'uso di combustibili fossili, contribuendo così ad aumentare gli inquinanti. L'allarme è stato lanciato dal Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. «Questa è una follia. La dipendenza dai combustibili fossili è una distruzione reciprocamente assicurata».
L'obiettivo stabilito al vertice sul clima Cop26 l'anno scorso, vale a dire limitare le temperature a 1,5 °C al di sopra dei livelli preindustriali, è quindi in pericolo se i paesi cercano alternative immediate al petrolio e al gas russo. Il fattore della rapidità nel trovare nuove forniture spinge infatti i Paesi a cercare soluzioni tempestive per garantire l'approvvigionamento della popolazione, ma non sempre rispettose dell'ambiente.
«Le conseguenze della guerra russa in Ucraina rischiano di sconvolgere i mercati globali dell'alimentazione e dell'energia, con importanti implicazioni per l'agenda climatica globale. Mentre le maggiori economie perseguono una strategia di sostituzione dei combustibili fossili russi, le misure a breve termine potrebbero creare una dipendenza a lungo termine dai combustibili fossili e chiudere la prospettiva di raggiungere l'obiettivo di 1,5 °C», ha avvertito Guterres lunedì in un discorso video ad una conferenza sulla sostenibilità del quotidiano Economist a Londra, riportato dal Guardian.
I piani dell'Europa - In media l'Europa dipende dal gas russo per il 40%, ma ci sono paesi come la Germania che arrivano fino al 60% (in Svizzera poco meno della metà del gas impiegato nel territorio elvetico proviene dalla Russia, e il gas russo rappresenta circa il 7% dei consumi di tutto il Paese). L'obiettivo dell'Unione europea è quello di tagliare di almeno due terzi la fornitura di gas proveniente dalla Russia, fino ad arrivare ad eliminarlo completamente negli anni a venire. Per sostituire il prodotto russo l'Europa si è rivolta soprattutto al gas del Qatar e al petrolio proveniente dall'Arabia Saudita. Ma ci sono anche alcuni Stati che potrebbero aumentare la produzione delle centrali a carbone. E i Paesi che offrono gas e petrolio stanno cercando di aumentare le estrazioni, intensificando le trivellazioni per cercare di approfittare della crisi creata dalla guerra in Ucraina.
E in risposta anche a questi problemi Vladimir Putin in queste ore ha annunciato che per i pagamenti relativi alle forniture di gas accetterà solamente rubli.
«Come gli eventi attuali rendono fin troppo chiaro, la nostra continua dipendenza dai combustibili fossili mette l'economia globale e la sicurezza energetica alla mercé di crisi e shock geopolitici», ha concluso Guterres. «Invece di frenare la decarbonizzazione dell'economia globale, ora è il momento di accelerare verso un futuro di energia rinnovabile».