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La querela dell'ambasciatore russo in Italia: «Incitata l'uccisione di Putin»

Sergey Razov ha accusato il quotidiano La Stampa di aver sollecitato l'uccisione del leader del Cremlino
Reuters
Sergey Razov, l'ambasciatore russo in Italia.
La querela dell'ambasciatore russo in Italia: «Incitata l'uccisione di Putin»
Sergey Razov ha accusato il quotidiano La Stampa di aver sollecitato l'uccisione del leader del Cremlino
Il giornalista che ha redatto l'articolo: «Senso travisato, l'ambasciatore prenda un traduttore migliore»
ROMA - L'ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, ha dichiarato di aver fatto causa al quotidiano italiano La Stampa per un articolo che discuteva l'eventualità di un uccisione del presidente Vladimir Putin per fermare l'invasione dell'Ucra...

ROMA - L'ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, ha dichiarato di aver fatto causa al quotidiano italiano La Stampa per un articolo che discuteva l'eventualità di un uccisione del presidente Vladimir Putin per fermare l'invasione dell'Ucraina.

Lo riportano diversi media internazionali, tra cui Reuters e il Guardian. Secondo Razov, la colpa del giornale è quella di aver sollecitato l'uccisione del leader del Cremlino. Le accuse sono quindi di «istigazione a delinquere» e «apologia di reato», ha spiegato Razov, che ha accusato l'editoriale di non aver rispettato «l'etica», di essere «immorale» e contrario «alle regole del giornalismo».  Infine, l'ambasciatore ha concluso di «confidare nella giustizia italiana».

Poco dopo si è espresso il direttore de La Stampa, Massimo Giannini, che ha respinto con forza le accuse: «Non prendiamo lezioni da un regime illiberale che fa strage di umanità e di verità». Anche lo stesso autore dell'articolo, il giornalista Domenico Quirico, si è espresso all'Andkronos: «Suggerirei all'ambasciatore russo di leggere una migliore traduzione del pezzo, evidentemente qualcuno glie l'ha tradotto male». Questo perché, per il giornalista, «il senso è stato totalmente travisato».

L'articolo al centro delle accuse è stato pubblicato il 22 marzo ed è intitolato "Se uccidere il tiranno è l'unica via d'uscita". All'interno dell'editoriale si discuteva dell'ipotesi di un uccisione di Vladimir Putin nel caso tutte le altre opzioni per fermare l'invasione fallissero. Nell'articolo, però, si giungeva alla conclusione che uccidere un tiranno non ha quasi mai risolto alcun problema e che anzi potrebbe peggiorare ulteriormente le cose.

Difatti, lo ha ribadito anche Quirico: «Suggerirei (all'ambasciatore, ndr.) di rileggerlo: io sottolineavo che l'idea che l'unico modo di risolvere il problema sia che qualche russo ammazzi Putin fosse difficilmente realizzabile, priva di senso e immorale, e questo c'era scritto bene in evidenza, e in secondo luogo che non porterebbe a niente, e anzi porterebbe ad un caos maggiore».

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