Nonostante le promesse iniziali, il governo afgano sembra star riportando indietro le lancette del tempo
Secondo un'analista afgano c'è un dissidio interno tra i Talebani della vecchia guardia e le giovani leve
KABUL - Tutti gli impiegati governativi dell'Afghanistan dovranno portare la barba e aderire ad un rigido codice di abbigliamento.
Lo hanno dichiarato tre fonti vicine alla questione all'agenzia di stampa Reuters. Si tratta dell'ultima di diverse restrizioni imposte dal nuovo governo talebano, che sta riportando indietro l'orologio dell'Afghanistan. Altre misure recenti, lo ricordiamo, riguardano l'impossibilità per le donne di studiare e di viaggiare da sole in aereo, il blocco di alcune emittenti statale straniere, e anche gli orari di apertura dei parchi sono stati suddivisi in base al genere.
Funzionari del Ministero per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio, secondo le stesse fonti, hanno già iniziato a pattugliare le entrate degli uffici governativi per controllare che i dipendenti siano in regola. Oltre alla barba, al turbante e all'abbigliamento tradizionale, ai collaboratori pubblici è stato ricordato di assicurarsi di pregare nei momenti giusti.
Pena? Il licenziamento. I lavoratori che decidessero di non rispettare le norme non sarebbero in grado di entrare negli uffici e verrebbero quindi licenziati.
Una promessa che scricchiola
L'Occidente sta ora guardando con attenzione agli ultimi sviluppi. Da quando i Talebani hanno preso il controllo del paese a metà agosto, la comunità internazionale ha sin da subito temuto che avrebbero imposto le stesse leggi repressive di quando governavano precedentemente l'Afghanistan. Questo nonostante inizialmente i Talebani avessero dichiarato di essere cambiati rispetto al loro governo del 1996-2001. Le ultime decisioni repressive ricordano però il loro regime rigido e indicano una deriva che non piace affatto alla comunità internazionale.
È poi una direzione che stona con il comportamento iniziale dei Talebani, incentrato su un avvicinamento all'Occidente, come dimostrano la visita ad Oslo, in Norvegia, e quella a Ginevra, in Svizzera. I Talebani, lo ricordiamo, desidererebbero il riconoscimento da parte della comunità internazionale e in particolare l'eliminazione delle sanzioni che stanno paralizzando l’economia afgana.
Secondo quanto riporta l'agenzia AP, che ha interpellato un'analista afgano (che ha fatto da consigliere dei precedenti governi), vi è in corso una divisione tra i Talebani della vecchia guardia, che sostengono il duro regime del passato, e una giovane generazione di leader talebani che vedono un futuro di impegno con la comunità internazionale. Al momento, però, sembrano essere i veterani ad avere il sopravvento.